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Il ddl Nordio è legge, stretta sulle intercettazioni e cancellato l’abuso d’ufficio: ecco tutte le misure


Via l’abuso di ufficio, nuova stretta sulle intercettazioni. Il ddl Nordio approvato lo scorso febbraio in prima lettura dal Senato passa anche alla Camera — 199 voti favorevoli, 102 contrari — ed è legge. A votare con la maggioranza anche Italia Viva ed Azione, protestano le opposizioni. Soddisfatto il Guardasigilli Carlo Nordio, padre della riforma: «I sì sono quasi il doppio dei no». Le modifiche riguardano norme di codice penale e procedura penale, aspetti dell’ordinamento giudiziario e di quello militare. Spicca l’abolizione dell’abuso d’ufficio previsto dall’articolo 323 del codice penale. Si tratta del classico reato in cui può incappare il pubblico ufficiale che, durante lo svolgimento delle sue funzioni, procura un vantaggio patrimoniale ingiusto per sé o altri. Prima della sua abolizione, chiesta in primis da sindaci e amministratori locali spesso irretiti dalla “paura della firma”, la reclusione prevista era da 1 a 4 anni. Nordio difende l’intervento: «E’ un reato evanescente. Pubblica amministrazione paralizzata da oltre cinquemila processi l’anno, poi non c’erano mai condanne».

LE INTERCETTAZIONI

Novità anche sulle intercettazioni: esteso il divieto di acquisizione da parte dell’autorità giudiziaria a «ogni altra forma di comunicazione», oltre alla corrispondenza, tra imputato e il proprio difensore, «salvo che l’autorità giudiziaria abbia fondato motivo di ritenere che si tratti di corpo del reato». Stretta anche per la diffusione di intercettazioni a fini giornalistici: vietata la pubblicazione, anche parziale, del contenuto di conversazioni intercettate nei casi in cui quest’ultimo non sia «riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento utilizzato nel corso del dibattimento». Vietato anche il rilascio di qualsiasi copia delle intercettazioni di cui è proibita la diffusione quando a richiederlo è una persona diversa dalle parti e dai loro legali. Pm e giudici, inoltre, dovranno stralciare dai provvedimenti i riferimenti a terze persone o dati che consentono di identificare soggetti diversi dalle parti indagate. Nordio, che sta pensando ad una riforma organica delle intercettazioni, è certo: «Così salviamo il terzo: se Tizio parla con Caio di Sempronio, almeno salviamo Sempronio che non ha niente a che fare con l’indagine». Novità sul reato di traffico di influenze illecite, cioè il delitto contro la Pubblica amministrazione — commesso da un estraneo ad essa — che punisce l’intermediazione corruttori-corrotti. Il ddl lo ammorbidisce: resta solo per condotte particolarmente gravi, la relazione deve avere quindi un riscontro fattuale e non può essere più semplicemente vantata. Sulle misure cautelari è istituito l’interrogatorio preventivo a cui va sottoposta la persona oggetto di indagini preliminari, passo necessario prima dell’eventuale applicazione della misura che dovrà comunque essere presa collegialmente da tre giudici.

DONNE INCINTE IN CARCERE

Sulla norma che rende non più obbligatorio ma facoltativo il differimento della pena per le donne incinte o madri di bambini con meno di un anno, Nordio ha infine promesso che troverà una soluzione.

In Aula è scoppiata comunque la protesta delle opposizioni. «Vergogna», le urla dagli scranni M5s al momento dell’approvazione mentre i deputati AVS hanno mostrato cartelli di protesta: «Niente carcere per i colletti bianchi». Esulta invece la maggioranza. Per la Lega si va verso una giustizia «più giusta, più equa, più garantista». Il capogruppo Fdi alla Camera Tommaso Foti ricorda che «le riforme non si evocano e col centrodestra si approvano a garanzia dei cittadini». Per Tajani è «un grande passo in avanti, siamo la patria del diritto e le norme approvate vanno nella giusta direzione».

Col governo anche Azione («Apprezziamo il lavoro dell’esecutivo») e Italia Viva (Giachetti: «Non si tratta di una riforma epocale, è il minimo sindacale ma votiamo con convinzione»). Tuona invece il M5s. Per Giuseppe Conte, «da oggi l’Italia è un Paese più ingiusto. I cittadini non potranno avere giustizia se qualcuno commetterà un abuso di potere truccando un concorso pubblico». AVS denuncia «un ulteriore bavaglio al diritto di cronaca giudiziaria», mentre Debora Serracchiani per il PD parla di «bandierina che apre una voragine per la tutela della Pubblica amministrazione».

 

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