Lo Stato c’è, le istituzioni sono vicine a un uomo che ha dato la vita per difenderle. Ecco il senso della presenza del presidente Sergio Mattarella ai funerali del brigadiere Carlo Legrottaglie. E ci sono alle esequie di Stato, davanti alla bara avvolta nel tricolore, i rappresentanti del governo; il ministro dell’Interno, Piantedosi, il titolare della Difesa, Crosetto, che parla di Legrottaglie come di «un esempio di fedeltà al nostro Paese»; il vicepresidente della Commissione Ue, Raffaele Fitto, che è pugliese; il presidente regionale Emiliano; il comandante generale dei Carabinieri, Salvatore Luongo; Arianna Meloni accompagnata da diversi dirigenti di FdI (a Lecce ieri c’era una convention del partito). Tutti insieme, una grande folla, alla famiglia del carabiniere sessantenne ucciso nel Brindisino giovedì scorso, nel suo ultimo giorno di lavoro prima di andare in pensione, mentre rincorreva due rapinatori che hanno fatto fuoco.
Una vicenda straziante. Alla quale nel giorno del funerale si aggiunge la notizia, ieri, che sono stati indagati per omicidio colposo — ed è un atto dovuto, come fa notare la difesa e come effettivamente è — i due poliziotti che hanno fermato gli assassini di Legrottaglie, uno dei quali, Michele Mastropietro, è morto nella sparatoria con le forze dell’ordine che avevano braccato lui e il suo complice in una masseria.
Nel dare la notizia, in una nota del Sap, il segretario generale del sindacato, Stefano Paoloni, non utilizza mezzi termini: «I colleghi hanno fatto il loro dovere per fermare pericolosi assassini armati che non avevano esitato ad uccidere il carabiniere Legrottaglie. Chi fa il proprio dovere deve essere premiato e non messo sotto processo». Ignazio La Russa, presidente del Senato, dà subito ragione al sindacato di polizia: «E’ giusto che siano riviste le norme di procedura penale per i casi in cui servitori dello Stato, a sprezzo del pericolo e della loro stessa vita, intervengono con l’uso legittimo delle armi per assicurare alla giustizia pericolosi banditi». E ancora La Russa: «In sostanza Paoloni chiede che, prima dell’emissione di un avviso di garanzia automatico, si proceda rapidamente ad accertamenti che possano consentire agli inquirenti di escludere ogni necessità».
LE PROTESTE
Su questa linea è anche la Lega, che protesta: «Siamo all’aberrazione giuridica, va cambiata la norma che consente di indagare chi fa il proprio dovere». Ovvero: «Va tolto l’automatismo che fa scattare l’indagine per donne e uomini in divisa che hanno agito per difendere la sicurezza dei cittadini. Lo Stato non può mettere alla gogna i propri eroi». E per FdI, il deputato Riccardo De Corato, vicepresidente della commissione Affari Costituzionali: «Ci lascia l’amaro in bocca l’avviso di garanzia per gli agenti che hanno fermato gli assassini del povero carabiniere Legrottaglie».
Nel decreto Sicurezza è stato aumentato da 5.000 a 10.000 l’anticipo per le spese legali per cause legate al servizio. Un modo per non danneggiare economicamente chi si è comportato come i due agenti ora sotto indagine. Ma nonostante questo, la destra è scandalizzata per l’avviso di garanzia.
Quanto a Mattarella al funerale, dopo la cerimonia il Capo dello Stato si è fermato ad abbracciare i parenti del brigadiere capo dei carabinieri. Poi la salma è stata portata via, mentre alcuni bambini hanno fatto volare dei palloncini con i colori dell’Arma. Tante lacrime nella chiesa di Ostuni. Piangono le due figlie del brigadiere, Carla e Paola, gemelle, di 15 anni («Papà, questo non è un addio, ti saremo sempre vicine»), e la moglie Eugenia, poi abbracciata da Mattarella, e tanti altri. Lo strazio per Legrottaglie è quello che si vede per esempio nel volto di una delle carabiniere più giovani, vestita in alta uniforme: al termine della cerimonia scoppia in una disperazione irrefrenabile, sorretta da un amico poliziotto. Ma è l’Italia intera che ha onorato in questa chiesa di Ostuni la memoria di quel carabiniere diventato l’eroe di tutti e che i colleghi, per sottolinearne l’umanità, chiamavano «zio Carlo».
Nelle emergenze, negli attentati, nelle catastrofi, nei pericoli le divise dei carabinieri sono le difese che più rassicurano e proteggono. Legrottaglie era uno di loro. E nel suo funerale si sono uniti il dolore per una persona con la fiducia verso l’istituzione che egli ha rappresentato fino all’estremo sacrificio.
Mario Ajello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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