Il campo largo, l’alleanza per sfidare il centrodestra, «senza un minimo di programma di governo, che vada dalla politica estera al superbonus, dalla transizione verde al salario minimo, temi veri e cruciali insomma, non esiste».
Schlein e la piattaforma con gli alleati: ma sui temi più divisioni che intese
Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, in un’intervista al Corriere della Sera in cui a ribadito nuovamente la propria posizione sulla maxi coalizione di centrosinistra a cui, di recente, si è unito anche il gemello del Terzo polo, Matteo Renzi: «Hic manebimus optime», ovvero «la nostra posizione non cambia».
Stop alla polarizzazione
Il «tutti contro Meloni non funziona, non è politica», ha sottolineato Calenda, che ha si è reso però disponibile «a discutere, confrontarmi, su ogni tema utile per il Paese. Siamo nel momento più buio della crisi dell’Occidente, non possiamo fare politica senza sapere dove vogliamo andare. E non è detto che tutto il bene sia da una parte e il cattivo dall’altro». Il leader di Azione ha detto di appoggiare la segretaria dem Elly Schlein sul tema del salario minimo, ma «sono anche con la maggioranza sulla giustizia. Questa polarizzazione estrema per cui non conta più quello che si propone ma solo lo scontro gli uni contro gli altri, perfino su un incontro di boxe femminile, porta al disastro, non solo l’Italia ma le democrazie occidentali». «Noi ci poniamo l’obiettivo di cambiare questo sistema di o tutti di qua o tutti di là, di scontro continuo a prescindere. Crediamo che alla fine l’unica soluzione per questo Paese sarà una larga coalizione dei partiti europeisti», ha precisato.
Con il centrosinistra alle elezioni in Umbria e Emilia-Romagna
In merito alle elezioni regionali in autunno, «in Emilia-Romagna e in Umbria non abbiamo problemi, saremo col centrosinistra: i candidati sono ottimi e riformisti» ha detto Calenda. In Liguria invece «la situazione è diversa. Non ci è piaciuto come è stato attaccato Toti, al di là delle sue eventuali responsabilità, perché in gioco c’è lo stato di diritto: non è tollerabile tenere ai domiciliari una persona finché non si dimette. Ecco, se la parola d’ordine è giustizialismo, noi non possiamo starci», ha spiegato il leader di Azione. «Nel programma del candidato, chiunque sia e con la massima stima per Orlando, chiediamo che si preveda che si vada avanti con le infrastrutture, non che ci si opponga anche alla Gronda, e che si metta mano alla sanità, dove davvero Toti ha sbagliato», ha rimarcato Calenda, evidenziando che il sostegno di Azione non è scontato.
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