Non uno, ma due cortei. Il primo da piazzale Ostiense al Colosseo, il secondo da piazza Vittorio ai Fori. Con le diverse anime della sinistra e del «campo largo» divise sul da farsi: partecipare, come farà il leader pentastellato Giuseppe Conte, o restare a casa (come gran parte del Pd, che ufficialmente non ha aderito)? Eccolo, il dubbio che nella calura estiva della Capitale agita il centrosinistra. Il nodo, ancora una volta, è il piano di Riarmo europeo, su cui al voto all’Eurocamera era già andata in scena la spaccatura dei dem in tre filoni (favorevoli, contrari e astenuti).
Il corteo
«Stop rearm Europe», gridano infatti le oltre 430 sigle che si sono date appuntamento alle 14 in piazzale Ostiense, tra cui Arci, Alci e diverse Ong. Circa cinquemila i partecipanti previsti alla mobilitazione, che si concluderà con un flash mob coi manifestanti stesi a terra su un sudario, per ricordare i morti di Gaza. Tra loro ci sarà il leader M5S, che sul no alla guerra è deciso a marcare il campo nel fronte dei progressisti. E che martedì infatti sarà all’Aja, per una protesta in risposta al vertice Nato insieme al corpaccione stellato. Ma in piazza oggi scenderanno anche i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Assente invece Elly Schlein, ufficialmente per impegni già presi (un vertice di Verdi e socialisti ad Amsterdam).
I dem non hanno aderito alla mobilitazione con una delegazione ufficiale, anche se saranno presenti singoli esponenti più vicini alle istanze pacifiste come Sandro Ruotolo, Marco Tarquinio, Cecilia Strada e Arturo Scotto. Una scelta che ha fatto tirare un sospiro di sollievo alla minoranza riformista interna, che vedeva la piazza contro il piano di Riarmo di von der Leyen (e dunque contro la maggioranza di cui il Pd fa parte) come fumo negli occhi.
Per non parlare del rischio che la scena della protesta venga conquistata delle frange della contestazione più estremista.
Le divisioni
Ancora una volta dunque il Pd si ritrova diviso. E inevitabilmente riemergono le tensioni. «Sfilerò con i mondi da cui provengo — dice l’eruodeputata figlia del fondatore di Emergency — e che chiedono le cose che chiedo anch’io: fermare il massacro a Gaza, basta logiche di guerra, investire nella pace». Nel Pd — aggiunge Strada — sono tutti contro il Rearm Ue «salvo pochi che lo fanno sapere a tutto il modo», tirando una stoccata ai riformisti del partito che invece parlano di una manifestazione «sbagliata». Si «mistifica la delicata situazione che stiamo vivendo», replica il senatore Filippo Sensi, «rassicurato» dalla mancata adesione ufficiale del Nazareno. Assenti, va da sé, anche Azione e Italia viva. Che invece saranno presenti alla protesta che si va organizzando a Budapest, per la scelta di Orban di vietare il Pride, il 28 giugno. Schlein e Calenda hanno già fatto sapere che ci saranno, Riccardo Magi e Angelo Bonelli stanno organizzando il viaggio, e sono attese pure delegazioni di M5S e Iv.
L’altra protesta in programma questo pomeriggio partirà invece da piazza Vittorio. Il corteo è organizzato da Potere al popolo e altre associazioni: a sfilare per le vie del centro fino ai Fori imperiali ci saranno in questo caso anche il movimento degli studenti palestinesi e Cambiare Rotta. E anche in questo caso, si punta a mobilitare circa 5mila persone.
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