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«Il cambiamento è il simbolo di noi donne»


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Per Eugenia Bruni il gioiello è prima di tutto un talismano: un oggetto che accompagna, protegge e rivela ciò che una donna porta dentro di sé. Direttrice creativa della maison Pasquale Bruni, la designer ha trasformato l’eredità familiare in un linguaggio intimo e contemporaneo, dove natura, luce ed energia diventano strumenti di espressione personale. Le sue collezioni nascono da esperienze vissute, da emozioni precise, da intuizioni che arrivano prima al cuore e poi alla materia. «Un gioiello è un miracolo di luce», ha spiegato la designer «qualcosa che vibra con te e che ti ricorda chi sei davvero».


I suoi gioielli sembrano spesso nati da un’emozione o da un’esperienza personale. C’è un momento della sua vita che sente particolarmente legato a una delle sue creazioni?

«In realtà ogni collezione nasce da un percorso emotivo. È come se i gioielli germogliassero da esperienze che si nutrono nel tempo e poi sbocciano nella forma finale. La mia prima rosa, in Rugiada, è stata un passaggio importantissimo: era il mio diventare donna, il mio volermi affermare dopo una vita trascorsa in azienda fin da bambina. La rosa per me è stata una sfida perché nella gioielleria è un soggetto difficile: la sua modellazione richiede anima, tempo, dedizione. In quel processo ho sentito tutta la mia metamorfosi.

 

Lei parla spesso del gioiello come estensione del corpo e dell’anima. Quando disegna, pensa prima alla forma estetica o all’energia simbolica che vuole trasmettere?

«Io parto quasi sempre dall’energia. Non parto dal disegno, anche se nasco come designer e ho studiato oreficeria a Valenza. Il mio processo creativo è inverso: prima visualizzo l’essenza, la forma che percepisco dentro, e da quella nasce il disegno. Questo perché il gioiello, per me, è vibrazione, è un sentimento messo in materia. Deve parlare silenziosamente alla donna che lo indossa e creare con lei un legame che va oltre l’estetica».


In ogni collezione emerge una forte connessione con la natura e con la femminilità. Quali aspetti di sé ritrova nei fiori, nelle pietre o nei simboli che sceglie?

«La natura è stata la mia più grande maestra. Crescendo ho capito che in essa c’è la cura, la libertà, la rinascita. Mi sento molto connessa ai processi di trasformazione: una foglia che diventa fiore e poi farfalla, come in Giardini Segreti, racconta esattamente ciò che siamo noi donne. Amo i simboli che parlano di luce e cambiamento: nella mia visione siamo esseri divini, profondamente energetici. Per questo la natura è sempre presente nelle linee dei miei gioielli».


I gioielli Pasquale Bruni raccontano spesso di libertà, luce e rinascita. Quale messaggio desideri trasmettere alle donne che l’indossano?

«Vorrei che ogni donna sentisse di poter accogliere la propria luce senza paura. Molte donne amano il gioiello, ma temono di mostrarsi nella loro bellezza. Io vorrei che attraverso i miei pezzi riscoprissero la loro femminilità, la loro essenza. Il gioiello restituisce potere, grazia, presenza. È un abbraccio di energia che ti ricorda chi sei davvero».


Lei è cresciuta in una famiglia di orafi e artisti. Come si intrecciano l’eredità di suo padre Pasquale Bruni e la sua visione contemporanea?

«Mio padre è stato un maestro incredibile. Sono cresciuto in fabbrica, accanto agli artigiani, imparando ogni fase del gioiello. Lui è sempre stato severo,voleva che sapessi fare tutto, e oggi lo considero un dono immenso. La nostra visione si è incontrata nel valore dell’amore per la natura e per l’arte orafa. Io ho portato un linguaggio più spirituale, lui una forza creativa pionieristica».


Le pietre sono centrali nel suo linguaggio creativo. C’è particolarmente una gemma che sente vicina a questo momento della sua vita?

«Porto sempre con me il quarzo rosa: mi riporta a casa, all’amore incondizionato, alla compassione. È la pietra del cuore e della mia intimità. Amo molto anche le rubelliti, perché hanno un’intensità profonda, e le morganiti, che per me rappresentano la luce dell’aura. L’anno prossimo presenteremo una pietra per me molto importante, legata al mio percorso personale: sarà una celebrazione della sua luce e del suo valore».

 


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