10.08.2025
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Sports

il calcio-tennis per migliorare rendimento e sensibilità sotto rete


Cemento armato. Jannik Sinner torna in gara da giovedì da campione uscente nel Masters 1000 di Cincinnati — dove si è appena ripresentato dopo gli allenamenti di Montecarlo -, a caccia del bis agli US Open al via il 24, forte di 3 successi nelle ultime 4 finali Slam (New York 2024, Melbourne e Wimbledon, e l’unica sconfitta 2025 sotto i traguardo di Parigi, mancando 3 match point). Numero 1 del mondo da 62 settimane, difende 3200 punti in classifica nei tornei sul cemento americano, fra l’Ohio e Flushing Meadows, sapendo di rischiare ancora tantissimo, poi, a fine anno, sul sintetico indoor nei tornei in Asia ed Europa fino alle ATP Finals. Per tenere ulteriormente a bada il rivale più pericoloso, Carlitos, l’erede spagnolo di Rafa Nadal, da cui è lontano 3430 punti nel ranking, si gioca tutte le sue carte sulle superfici dure, le preferite, cercando di colmare il deficit più evidente, nel gioco a rete, con un ritorno al futuro che i molti “parvenu» del tennis colgono con bonarietà. Sminuendolo a livelli di puro divertimento, ma che in realtà trae origine dal primo bum del tennis italiano, negli Anni 70. Quando i ragazzi di Mario Belardinelli, varando il calcio-tennis, si schieravano a rete, nella squadra di Davis come fuori dal campo: da una parte Adriano Panatta e Paolo Bertolucci e dall’altra Tonino Zugarelli e Corrado Barazzutti.

Superiorità

Nella sua evoluzione da Djokovic 2.0, più veloce e potente del tennista più vincente, il Profeta dai capelli rossi, ha basi impressionanti. Secondo le statistiche ufficiali ATP Tour, è il numero 1 nella valutazione sulla risposta con 162.2 (davanti a de Minaur 162.1 ed Alcaraz 160.7), e anche sotto pressione, con 253.6 (davanti a Draper 253.1 e Thompson 248.2), ed è quarto fra i primatisti al servizio, con 295.3 (dietro a Fritz 296.3, Zverev e Perricard). Se parliamo poi di cemento, l’anno scorso vanta un impressionante 53-3, con 7 titoli, e quest’anno segna un importante 7-0, che porta il record in carriera a 195-49. Con 17 urrà dei 20 titoli ATP vinti. Senza contare il bonus mentale di chi vince tanto spesso a dispetto del forzato stop di 3 mesi per la responsabilità oggettiva decretata dalla Wada per il doping-Clostebol (che esplodeva proprio un anno fa, all’indomani del titolo a Cincinnati), di chi cambia più volte squadra in corsa senza scompensi, di chi guadagna più di tutti (50 milioni di euro l’anno fra premi e indotto) ed è anche lo sportivo d’Italia più popolare, secondo l’indagine TopStar prodotta dall’istituto demografico Ipsos.

Migliorarsi

Sinner non lo sa, ma il calcio-tennis nel quale l’accoppiata Vagnozzi & Cahill lo trascina spesso nasce negli Anni 70. «Per divertimento, perché l’allenamento non può essere solo fatica», puntualizza il mitico Nicola Pietrangeli, dimesso venerdì dal Policlinico Gemelli, che al Parioli inventò il calcio a 5. «Poi diventò anche scaramanzia. Ma sicuramente ha una chiara utilità nella coordinazione, nel colpo d’occhio, nei movimenti brevi, nella reattività, nel calcolo dei rimbalzi, nei repentini cambi di direzione, insomma, in tutto quello che è tennis», puntualizza Bertolucci. «Anche se io mi dovevo portare dietro la zavorra di Panatta». Adriano aveva riflessi naturali migliori di Sinner, che a rete deve colmare l’ultimo buco nero: «Ho visto che soprattutto di rovescio ora, nella volée, dà un bel taglio sotto e come variante va anche avanti con lo slice, invece di tornare sempre indietro e tirare un’altra gran botta. Col calcio-tennis Jannik migliora di sicuro il senso della posizione a rete ed i riflessi. Tasto sul quale batte da anni col professor Ceccarelli, come deve fare qualsiasi pilota di moto e di Formula 1», chiosa la voce tecnica di Sky. Che in quel giochino era il migliore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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