Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Sports i tre figli in campo, la commozione del ct Scaloni e l’ovazioni dei tifosi al Monumental
Sports

i tre figli in campo, la commozione del ct Scaloni e l’ovazioni dei tifosi al Monumental


Il punto sui temi di attualità, ogni lunedì
Iscriviti e ricevi le notizie via email

Leo Messi saluta la sua gente. E il mondo del calcio, piange. Una delle più grandi leggende dello Sport, capace di riscrivere la storia di un paese grazie a delle giocate che solamente Diego Armando Maradona è stato capace di mettere in scena. L’addio di Messi con la maglia dell’Argentina, nel suo Paese, rappresenta la fine del ciclo più glorioso che la storia di questo Sport abbia conosciuto. Eppure, se guardiamo ciò che ha fatto è difficile rimpiangere qualcosa. Ha dato tutto a chi lo ha sostenuto sempre, non smettendo mai di ringraziare i tifosi della “Terra d’Argento”. Lo ha fatto nel migliore dei modi, con due goal che hanno messo al tappeto il Venezuela, nella serata in cui, un nuovo senatore come Lautaro Martinez è riuscito a superare Maradona nella classifica marcatori dell’Albiceleste. Un ultimo ballo al Monumental caratterizzato da lacrime, commozione e una sensazione di addio calcistico che difficilmente potrà mai essere superata.

Messi e l’ultima gara in Argentina con la maglia dell’Albiceleste: chi è «la Pulga», i trofei vinti, i Palloni d’oro e la vita privata

Le lacrime in campo

Un calciatore molto diverso dal prototipo odierno. Ha sempre messo la famiglia davanti a tutto, con sua moglie Antonela Roccuzzo che lo ha accompagnato per tutta la carriera. Le lacrime a fine partita, abbracciando i tre figli Thiago, Matteo e Ciro è l’ennesima prova di come abbia voluto regalare un omaggio anche a loro. Il Monumental commosso, con tifosi che sono rimasti per ore fuori dallo stadio dopo la partita sperando che quel momento non finisse mai.

Scaloni, un giovane padre

Non ha pianto solo Leo, i tifosi e la famiglia. Anche il ct Scaloni non ha trattenuto le lacrime. Un allenatore arrivato in punta di piedi, capace di creare un gruppo formidabile, portandolo alla vittoria della Coppa del Mondo. Ciò che Leo ha sognato e inseguito per una vita, riuscendoci solo alla fine del percorso. “Mai nessuno come lui”. Parole al miele, di un mister che ha sempre visto il proprio numero dieci come un idolo e non come un giocatore a cui insegnare qualcosa. Anche il gruppo squadra a fine gara ha detto la sua, con un lungo applauso che rendesse omaggio alla grandezza della “Pulga”. I suoi amici più cari, come Rodrigo de Paul hanno iniziato già durante la gara ad abbracciare il capitano, consapevoli che quel momento sarebbe rimasto storico per lui e per tutto il mondo del calcio.


© RIPRODUZIONE RISERVATA


Exit mobile version