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Un Natale tra panettone e manovra, quello che aspetta i parlamentari italiani. L’orologio corre veloce nelle aule del Parlamento e il tempo inizia a stringere: restano solo dieci giorni per approvare la travagliata legge di Bilancio che ha messo in difficoltà il centrodestra e in un periodo colmo di festività come il Natale, i tempi si accorciano di gran lunga di più.
Dopo l’approvazione arrivata sabato in Commissione Bilancio, ora la manovra è pronta ad arrivare in Senato.
Qui, a Palazzo Madama, la aspetta una corsa contro il tempo per provare ad approvare la legge prima di Natale, così da farla arrivare in tempo alla Camera. Pochi giorni resteranno a Montecitorio ed è qui che entra di fatto in gioco il bicameralismo alternato che negli ultimi anni caratterizza il funzionamento del nostro Parlamento: un monocameralismo di fatto, in cui, in mancanza di tempo, una sola Camera esamina un provvedimento in prima lettura e l’altra si limita a ratificarlo, spesso con una questione di fiducia.
Ma attenzione. Se dieci giorni di tempo non dovessero bastare al Parlamento per l’approvazione della manovra, scatterebbe l’esercizio provvisorio: un regime eccezionale previsto dall’articolo 81 della Costituzione, che manda un segnale di instabilità politica o difficoltà tecnica, poiché limita fortemente la possibilità di avviare nuovi investimenti o riforme programmate dalla nuova manovra. In questo caso la spesa pubblica è permessa “per dodicesimi”: si prende la previsione di spesa fatta dal governo nella legge di Bilancio dell’anno precedente e la si divide per dodici mesi. Il risultato rappresenta il tetto di spesa mensile per un massimo di quattro mesi, con uno stallo che potrebbe durare fino ad aprile dell’anno successivo.
Dal governo, però, arrivano rassicurazioni. I tempi sono già stati già scanditi attentamente. L’inizio dei lavori è previsto per domani, martedì 23 dicembre, quando, come confermato dal presidente del Senato Ignazio La Russa, prenderanno il via le dichiarazioni di voto, che «prima di metà pomeriggio dovremmo finire», così da lsciar spazio all’approvazione definitiva del Senato. Poi la palla passerà alla Camera, pronta ad approvare un testo sostanzialmente blindato tra Natale e Capodanno. In tempi così ristretti, le possibilità di apportare cambiamenti sono di fatto pari a zero.
Ma cosa prevede la nuova legge di Bilancio?
In attesa di approvazione definitiva, aspetta sul tavolo del Parlamento una legge di Bilancio dal valore complessivo di 22 miliardi di euro, che concentra i suoi interventi su fisco, famiglie, lavoro e pensioni.
Tra le misure protagoniste della manovra figura sicuramente il taglio dell’Irpef per il ceto medio: un intervento da circa 3 miliardi di euro che prevede la riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% per i redditi fino a 50 mila euro annui, accompagnata da una rimodulazione delle detrazioni per i redditi superiori ai 200 mila euro.
La manovra interviene poi sul fronte del welfare, delle imprese e del sostegno alle famiglie. Prevede l’esclusione della prima casa dal calcolo dell’Isee, l’estensione dell’iper ammortamento per le imprese fino al 2028 e l’allargamento fino ai 14 anni di età del figlio della possibilità di fruire del congedo parentale facoltativo, con il raddoppio dei giorni disponibili in caso di malattia dei figli. Sono previsti anche un bonus libri da 20 milioni di euro per le famiglie con Isee fino a 30 mila euro e un contributo fino a 1.500 euro per i nuclei, sempre entro la stessa soglia Isee, con figli che frequentano le scuole medie o il primo biennio delle scuole superiori.
Sul capitolo pensioni, dal 2027 sarà necessario un mese in più per accedere alla pensione di vecchiaia, con l’età che salirà a 67 anni e un mese in seguito all’adeguamento all’aspettativa di vita. Le pensioni minime aumenteranno di 20 euro al mese. Per i comparti della difesa e delle forze dell’ordine, l’aumento dei requisiti per il pensionamento viene rinviato al 2028, con un ulteriore mese previsto nel 2029 e un altro ancora nel 2030.
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