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3° “Paese” per consumi di energia nel 2030


La fine dell’anno è sempre tempo di consuntivi e di preventivi. E il Fondo monetario ne approfitta, con un blog pre-festivo che illustra i cinque grafici più interessanti del 2025. Scegliendo (un) fior da fiore, veniamo all’ultima delle sei Rivoluzioni industriali nella storia moderna: l’IA, l’Intelligenza Artificiale (le prime cinque furono, nell’ordine: la macchina a vapore, la telefonia, la radio, le materie plastiche e l’informatica). Quello che caratterizza la IA rispetto alle altre “rivoluzioni” è il fatto che abbisogna, hic et nunc, di enormi investimenti nei cosiddetti “Data Center”. La IA funziona assorbendo i contenuti di miliardi di libri e altre informazioni, e calibrando poi le sue risposte sulla base di schemi e associazioni suggerite dalle sue “inferenze” governate da chip specializzati. L’ambizione sarebbe quella di imitare le “inferenze” del cervello umano.

È da notare, tuttavia, come osservato dal Premio Nobel della fisica Giorgio Parisi, che non è così che funziona il cervello umano: noi non impariamo leggendo miliardi di libri.

I FABBISOGNI

Comunque sia, per fare tutto questo la IA abbisogna di immense capacità di calcolo e di immagazzinamento di dati. Questi Data Center sono altrettanto immensi e abbisognano di grandi quantità di energia, sia per far lavorare le chip che per alimentare i circuiti di raffreddamento necessari a rinfrescare le chip stesse.

Quanto grandi sono queste quantità di energia? Il grafico dà la risposta a questa domanda. Già oggi la quantità di energia consumata dai Data Center nel mondo è superiore al totale dell’energia consumata in Francia, e gli analisti del Fondo stimano che, al 2030 (vedi grafico), sarà superiore a quella consumata dalla terza economia del mondo, l’India. A tutto questo si aggiungono i 200 terawatt all’anno consumati oggi, per creare Bitcoin (un ammontare equivalente all’energia consumata in Polonia o in Thailandia). Date le pressioni sulle aziende produttrici di energia e sulle reti di distribuzione, c’è da preoccuparsi per le nostre future bollette di elettricità.


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