Si apre un nuovo capitolo nel rapporto ad alta tensione tra il principale azionista cinese del gruppo Ferretti e il suo management. Questa volta il gruppo Weichai, che controlla il 37,5% del produttore italiano di yatch con un portafoglio ordini da 1,7 miliardi nel 2024, accusa l’amministratore delegato, Alberto Galassi, di stringere la presa sulla società, estromettendo i suoi dirigenti dai processi decisionali.
Un documento interno del gruppo industriale cinese inviato alla sua controllante, secondo quanto racconta da Bloomberg dopo averlo visionato, riferisce dell’estromissione degli uomini di Weichai dalla sede di Forlì, con la conseguenza di trovarsi «tagliati fuori dall’ambiente operativo principale dell’azienda» e doversi limitare a «compiti sporadici e superficiali nella sede di Milano», mentre un recente rimpasto nel management ha concentrato il potere decisionale nelle mani di Galassi, «che ha di fatto acquisito il pieno controllo su Ferretti». La posizione dei soci cinesi è chiara. «Come investitori, noi azionisti siamo profondamente preoccupati per la sicurezza delle attività e la qualità operativa», afferma Weichai, i cui uomini all’interno di Ferretti, l’anno scorso, erano stati vittime di un caso di spionaggio che aveva spinto al Procura di Milano ad aprire un’inchiesta dopo il rinvenimento di microdi scontro spie nascoste negli uffici milanesi dei dirigenti di Weichai.
BUYBACK E ACQUISIZIONI
Quel clima di scontro si è intrecciato tra l’altro con il confronto tra management e azionista di riferimento in merito a un piano di riacquisto di azioni proprie del 2024 che avrebbe aumentato il peso dei soci cinesi ed è stato revocato. Un episodio che si era verificato tra l’altro durante un periodo di tensioni tra management e soci italiani da una parte e e azionista di riferimento cinese in merito a una proposta di riacquisto di azioni proprie che avrebbe aumentato il peso di Weichai nel capitale, ma poi prontamente ritirata in una riunione convocata in gran fretta nel giorno di Pasqua del 2024. Una mossa che aveva anche fatto scattare l’archiviazione dell’istruttoria avviata dal governo ai sensi della normativa sul golden power. Da allora non si è più parlato di buyback se non a marzo scorso quando l’ad Galassi ha ribadito che Ferretti valutava un possibile buyback e puntava a un’acquisizione nel corso dell’anno, precisando di non aver di non aver avuto interlocuzioni con Weichai su un eventuale disimpegno del socio, Il caso Ferretti ripropone, come nel caso di Pirelli, una vicenda di tensioni tra un azionista cinese e il management italiano, in una fase in cui gli investimenti di Pechino sono oggetto di un attento monitoraggio da parte del governo italiano. Ferretti, che non è parte del carteggio tra Weichai e la sua controllante, non ha commentato le indiscrezioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Risparmio e investimenti, ogni venerdì
Iscriviti e ricevi le notizie via email