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i possibili scenari sul mercato a giugno


La sincerità di Ranieri di un paio di giorni fa ai microfoni di Sky, apre inevitabilmente degli scenari che è troppo frettoloso liquidare con la massima del «già si conoscevano». Perché se così fosse, era inutile ripeterli. È un po’ come quando all’indimenticato Troisi in “Non ci resta che piangere”, viene ricordato che deve morire. Lo sa da solo, ma alla terza volta che gli viene ripetuto, imbarazzato se la cava con «Sì, sì, mo’ me lo segno proprio…». Claudio, poi, non fa mai nulla a caso. Anche perché esternare a urbi et orbi il fatto che la Roma molto probabilmente dovrà cedere almeno uno dei suoi big — anche se con un tono edulcorato e bonario come soltanto Ranieri sa fare — strategicamente non sembra il massimo. Di certo c’è che al di là di quello che si può credere, le cessioni si pianificano con mesi di anticipo, non soltanto aspettando la buona occasione o l’offerta imprevista. Così lo slancio di sincerità nello spiegare la questione Sancho («Avremmo dovuto vendere un pezzo pregiato») lascia intendere come probabilmente il designato a partire questa estate fosse Koné (e non Pellegrini, che l’allenatore e la società avevano già accompagnato alla porta in precedenza, privandolo quindi dell’aurea di prezioso), rendendo molto più comprensibili (viste le ristrettezze, non certo per le capacità del marocchino) i 25 milioni spesi ad inizio mercato dal ds Massara per El Aynaoui. Poi che la cosa non sia andata in porto, è dovuta al fatto che probabilmente quanto promesso da chi era interessato a Manu, non è mai arrivato a Trigoria, più della protesta popolare che per molti ha avuto il suo peso. Ma c’è un’altra cosa che non torna: come si conciliano queste parole del senior advisor con quelle espresse pochi giorni fa da Gasperini che tra un sorriso e una pacca sulle spalle al canale del club ha comunque rimarcato due concetti chiarissimi: 1) C’era necessità di fare qualche altra operazione 2) Quello che non è stato possibile in estate, la società avrà modo di farlo con più calma a gennaio. Perché credere che nella prossima sessione, basterà privarsi eventualmente dell’ingaggio di Lorenzo per avere campo libero, è come quello che gli viene indicata la luna e lui guarda imperterrito il dito. Le chiavi di lettura sono dunque molteplici: c’è chi pensa che queste parole di Ranieri siano state profuse per difendere l’operato del ds Massara e della proprietà («che era disposta a spendere», ha assicurato Claudio); chi per lanciare un messaggio pubblico al tecnico e altri che ritengono che sia stato un modo per preparare la piazza a quello che accadrà a fine stagione, dimenticando forse che la tifoseria giallorossa ha visto negli anni passare come in una fermata della metro, dove si sale e si scende nel giro di un attimo, gente del calibro di Marquinhos, Pjanic, Salah e Alisson.

CHIAREZZA PER TUTTI

Quando Ranieri parla di pezzi pregiati si riferisce ai Fab4 giallorossi: Svilar, Soulé, Koné e Ndicka, aspettando che qualche giovane, sotto la cura Gasp, possa esplodere all’improvviso. È inutile girarci intorno: come lasciato intendere, vederli tutti e quattro vestire la maglia della Roma nella stagione che porterà al centenario appare difficile. E questo anche se la Roma dovesse salutare Dybala e Pellegrini, risparmiando così la bellezza di 14 milioni al netto degli ingaggi che nonostante un mercato che ha guardato ai giovani è salito di 17,5 milioni al lordo. Il portiere e il difensore, rappresenterebbero delle plusvalenze pressoché nette, ma sia il francese (a bilancio a giugno 2026 a 10,8 milioni) che l’argentino (15,3), regalerebbero quel sorplus necessario che poi andrebbe sommato al nuovo sponsor e ad una stagione che possa concludersi con l’approdo in Champions (anche se poi gli effetti si vedrebbero dopo) più un cammino trionfale in Europa League. Il quadro ora è chiaro, grazie a Ranieri. L’importante è che lo abbiano chiaro tutti, soprattutto a Trigoria. Perché Claudio da vecchia volpe non c’è tornato, ma le parole di Gasp alla vigilia del debutto in campionato — «Quanto alle difficoltà, io sapevo che ci sarebbero state fino al 30 giugno…» — ancora riecheggiano dentro e fuori il centro sportivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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