Hanno iniziato a lasciare le basi americane i primi di giugno, mentre l’escalation fra Israele e Iran covava ancora sotto la cenere. Direzione: Europa. Aerei di rifornimento e di trasporto truppe e carri armati, velivoli spia e droni, elicotteri militari. Nell’ultima settimana il traffico di aerei statunitensi si è intensificato sui cieli europei. E nelle basi americane in Italia: da Aviano a Vicenza fino a Sigonella. Alcuni di questi aerei, stando a dati open source consultati dal Messaggero, sono stati dislocati dall’Italia in Medio Oriente. A poche centinaia di chilometri dall’Iran degli ayatollah su cui pende la minaccia di Donald Trump: un blitz con i bombardieri dal Pacifico per colpire i siti nucleari e piegare il regime di Khamenei.
IN VOLO SULLO STIVALE
Giovedì pomeriggio dalla base di Aviano è decollato in direzione dell’Arabia Saudita il più grande aeroplano militare in dotazione all’esercito Usa. Non è passato inosservato il volo del “gigante dei cieli”, il C-5m Super Galaxy, settantacinque metri di velivolo della Lockheed Martin in grado di trasportare carri armati, droni e di fatto qualunque sistema d’arma in dotazione alle forze armate americane. È atterrato a Riad alle dieci di sera.
Ma non è l’unico asset americano che passando per le basi italiane, in questi giorni, ha fatto rotta verso il Medio Oriente. Nel primo pomeriggio di mercoledì, sempre a Riad, è atterrato un altro aereo americano partito da Aviano. Si tratta di un Boeing C-17 Globemaster, velivolo a reazione da trasporto tattico in forza alla Nato e usato negli anni scorsi per delicate missioni delle Forze speciali americane.
Ce ne sono diversi, in queste ore, a sorvolare i cieli del Mediterraneo. Un altro è partito sempre dalla base veneta martedì per fare tappa in Turchia e tornare indietro il giorno successivo. Movimenti «ordinari», spiegano fonti della Difesa italiana a questo giornale assicurando che qualunque missione militare americana che muova dalle basi sulla penisola dovrebbe come minimo essere preceduta da una comunicazione ufficiale al governo italiano. Per ora invece tutto tace.
JET E NAVI VERSO EST
Eppure, stando ai tracciati degli aerei immortalati da siti come Flightradar, è difficile non notare una serie di movimenti “anomali” di asset americani. Alcuni dei quali, così riferisce lo “storico” dei piani di volo, assenti in Europa da diversi mesi. È il caso della flottiglia di aerei da rifornimento partita dalle basi negli Stati Uniti e atterrata nelle basi europee da quando sono iniziate le ostilità fra Iran e Israele.
Sarebbero almeno trenta i “tanker” che hanno attraversato l’Atlantico e si sono fermati nel Vecchio Continente. Alcuni di questi si trovano ora sulla pista delle basi americane lungo lo Stivale. Dove sono arrivati magari facendo tappe intermedie a Dover, a Rota, in Spagna, o nel complesso militare di Ramstein, in Germania. Tra il 17 e il 20 giugno a Sigonella sono atterrati due Stratotanker KC-135 della Boeing. Velivoli per il rifornimento in volo dei jet da combattimento. Altri tre sarebbero atterrati ad Aviano, nel Nord. E ancora, stando ai report della società di intelligence Aurora Intel, martedì scorso gli americani avrebbero trasferito una dozzina di jet da combattimento F-16 dall’Italia alla base aerea di Prince Sultan, in Arabia Saudita.
Difficile capire fino a che punto queste manovre siano collegate all’escalation mediorientale. Ai piani alti del governo italiano, si diceva, non c’è sentore di un’operazione americana imminente che passi attraverso le basi nello Stivale. Servirebbe un’autorizzazione del Paese ospitante, è la linea. E anche un passaggio in Parlamento, ha chiarito nei giorni scorsi il ministro della Difesa Guido Crosetto. Ma è un fatto il trasloco di nuovi asset dall’America all’Europa in queste settimane.In quello che il segretario alla Difesa di Trump, Pete Hegseth, ha definito «un potenziamento della postura difensiva nella Regione».
Come è ben visibile sui radar — anche dell’intelligence italiana — l’ingresso nel Mediterraneo di nuove navi militari statunitensi dirette verso Est. Due cacciatorpediniere di stanza in Spagna, a Rota — la USS Paul Ignatius e la USS Oscar Austin (DDG-79) — hanno attraversato nei giorni scorsi le acque al largo delle coste italiane dirette nel Mediterraneo Orientale, dove potrebbero essere raggiunte presto da altre tre navi “sorelle”. Sono attrezzate per intercettare e abbattere i missili iraniani diretti su Israele o sparati dai “proxies” dei pasdaràn nella Regione, come gli Houthi che dalle coste dello Yemen continuano a terrorizzare i mercantili di passaggio. Insomma in attesa che Trump faccia la sua mossa, in Europa aumenta visibilmente il traffico di asset americani. E passa anche dall’Italia.
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