19.05.2025
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«I miei figli? L’unica cosa che conta. Se non avessi il mutuo da pagare mi prenderei un anno sabbatico»


«Essere zia è un’emozione superlativa e un privilegio. Non ho responsabilità, solo gioie». A parlare, al settimanale F, è Francesca Argentero, sorella di Luca. Insieme hanno scritto un’altra fiaba per accompagnare i bambini a cominciare dai suoi figli, Nina Speranza, 4 anni, e Noè Roberto, 19 mesi, avuti dalla moglie Cristina Marino, nel fantastico mondo della nanna. Un mare di amici, che arriva dopo Stella Stellina, è una tenera fiaba della buonanotte nata dall’amore di un papà e di una zia. «Nina — continua la sorella di Luca — è di un’intelligenza e di una simpatia incredibili. Le leggevo sempre qualche storia. «Perché non le scriviamo?», ho detto a Luca. E ci siamo felicemente imbarcati in questa avventura di disegni e parole». 

Le favole

«Le nostre storie — racconrta sempre la zia — che hanno come protagonisti Nina e il suo pupazzo Dudù». «Quando è nata Nina — ricorsa Luca Argentero — mia sorella ha detto: «Spero di poter fare la differenza nella vita di mia nipote».

Ha preso la cosa molto sul serio». Poi ancora: «Il mio contributo è minimo in questo caso. Francesca ha il talento del disegno, della grafica. Si occupa anche della parte digitale del mio lavoro di attore. Siamo soci in una onlus e in altre società, ed è una zia strepitosa». E dopo il cielo e il mare, zia Francesca sta già pensando a una terza serie ambientata in monatagna, nella neve. E ci sarà un libro anche per Noà. «È un tema importante l’arrivo di un fratello».

La sorella

Il difetto più grande di Luca? Lo racconta la sorella: «È permaloso. Ci rimane male se lo contraddici su cose delle quali è molto certo». Ma poi ci sono anche i pregi: «La generosità, emotiva e di pensiero. Luca è simpatico, oltre che bello. Ho sempre avuto tante amiche, perché tutte volevano conoscere lui. Ma è rimasto autentico, non è cambiato. Parte del suo successo è frutto dell’empatia. In certi suoi personaggi, come il medico di Doc, è facile identificarsi. Alcuni gli somigliano. È un uomo abbastanza raro, e non lo dico perché è mio fratello».

L’amore per il figlio

Essere padre per Luca Argentero è tutto. «Sono padre al 95 per cento — ha raccontato al settimanale F — nel senso che non mi importa di nient’altro, è l’unico tempo che mi interessa. Il lavoro è uno strumento, una necessità: c’è il mutuo da pagare. Se non avessi il problema del denaro mi prenderei un anno sabbatico». Affacciandosi alla finestra del domani, Luca dice di vedere solo il presente: «Io e mia moglie Cristina ci godiamo i bambini. Non sappiamo che forma avrà il mondo quando saranno grandi, e un po’ di preoccupazione c’è. Ma siamo concentrati sul qui e ora, anche perché sono ancora piccoli: viviamo un periodo bello ma faticoso, forse vedremo la luce quando, a febbraio, Noè compirà due anni. Se lo chiedi a Cristina fa un gestaccio: il 99 per cento della fatica è sua».

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