Se è vero che le estati volano e gli inverni camminano per la maggioranza e il governo di Giorgia Meloni è quasi l’ora di abbandonare pinne e boccagli. Ad attendere ministri e parlamentari, al di là delle polemiche estive sullo Ius Scholae, della Manovra in arrivo, dell’elezione di un giudice costituzionale sollecitata da Sergio Mattarella, della ripresa dell’iter delle riforme, ci sono infatti quei dossier caldi salutati prima delle vacanze. Gli stessi che con buona probabilità saranno squadernati dalla premier e da Matteo Salvini durante il loro incontro di oggi. Tra gli altri la riforma della Rai, il difficile capitolo delle concessioni balneari, le elezioni regionali, la questione carceri e il nuovo commissario europeo. Tutti pronti a finire al centro del confronto già al primo cdm utile — quello che si terrà il 27 o il 28 agosto nelle intenzioni della premier — o alla riapertura delle aule di Camera e Senato il 10 e l’11 settembre.
LA RAI
Da qualche settimana a piazzale Mazzini il cavallo Rai morde il freno. Un’irrequietezza frutto del doppio stallo creatosi sulla governance. Da un lato è infatti destinata a slittare ancora la votazione fissata il 12 settembre a palazzo Madama per la nomina dei 2 consiglieri di amministrazione che devono essere indicati dai senatori a causa della prova di unità del campo largo (che chiede di anteporre alle nomine una riforma della governance aziendale, introdotta dal governo Renzi nel 2015), dall’altro paiono ancora congelate le nomine di vertice, che per di più hanno bisogno di un’intesa proprio con le minoranze per essere ratificate. Al muro contro muro su Simona Agnes, voluta da Antonio Tajani e Meloni ma osteggiata da Salvini (che vorrebbe un leghista nuovo ad, e non il meloniano Giampaolo Rossi come plenipotenziario), si somma quindi la necessità per il centrodestra di assecondare la minoranza per raggiungere in Commissione vigilanza i 28 voti necessari per il quorum dei due terzi.
I BALNEARI
Per i balneari l’urgenza è ancora maggiore. La Commissione Ue ha fatto sapere che ricorrerà alla Corte di Giustizia europea (che potrebbe comminare una multa da centinaia di milioni ogni anno) qualora l’Italia non legiferi adeguando il sistema di concessioni delle spiagge alla direttiva Bolkestein. Una possibilità, quest’ultima, che per diversi componenti della maggioranza significherebbe tradire molte delle promesse fatte alle categorie. E infatti mentre il ministro Raffaele Fitto spinge per un’intesa in Europa, comprensiva di indennizzi, si rincorrono le bozze contenenti varie sfumature di proroghe che però difficilmente potranno entrare nel provvedimento salva-infrazioni che dovrà essere licenziato.
REGIONALI
Meno problematico il capitolo Regionali. Se è vero che il centrodestra ha tutto l’interesse ad evitare un election day in Liguria, Emilia-Romagna ed Umbria, resta da sciogliere “solo” il nodo del candidato post-Toti. Nessuno tra FdI, FI e Lega hanno però voglia di intestarsi una sconfitta e quindi verosimilmente lasceranno campo ad un nome indicato dal governatore uscente, forse la deputata di Italia al Centro Ilaria Cavo.
IL COMMISSARIO
Da affrontare c’è pure l’indicazione del nome italiano per la Commissione europea. Tutti gli indizi sembrano portare a Raffaele Fitto ma fino a quando Ursula von der Leyen non garantirà una casella di peso (la più probabile è composta da Bilancio, Coesione e Pnrr) non potrà arrivare l’ufficialità e, quindi, l’apertura della partita per la successione.
LE CARCERI
Quella del sovraffollamento delle carceri è una delle matasse che più si è ingarbugliata negli ultimi giorni. Mentre il governo ragiona su un nuovo intervento dopo il decreto convertito in legge prima della pausa estiva, si registrano tensioni tra gli alleati sulle soluzioni da adottare, come la semplificazione del ricorso alle pene alternative o la liberazione anticipata. Per di più con la riforma della custodia cautelare annunciata dal ministro Carlo Nordio e «stoppata da FdI sullo sfondo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this