Non potrebbero sembrare più lontane la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein. Agli opposti nel «ring» della politica, hanno però avuto il merito, oltre a quello di inaugurare in Italia il primo confronto tra donne ai vertici di maggioranza e opposizione, anche di venirsi incontro, al di là di ogni differenza, quando il momento lo richiedesse. E uno di quei momenti è stato ieri, quando lo staff di Meloni a metà pomeriggio ha reso nota la telefonata tra la premier e Schlein «sulla crisi in Medioriente e sugli ultimi sviluppi».
La telefonata
I toni della chiamata tra Meloni e Schlein sarebbero stati cordiali e concilianti, come d’altronde lo sono stati tutti i tête-à-tête tra le leader. Ieri la quadra è stata trovata sulla necessità di lavorare insieme per un cessate il fuoco in Libano come a Gaza, una richiesta di sempre di Elly, la cui preoccupazione è rivolta però anche ai soldati della missione Unifil dell’Onu di stanza nel Paese dei Cedri — in quella «Blue line» che segna il confine con Israele — che ora rischiano di finire nel bel mezzo degli scontri.
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Meloni, da parte sua, è molto preoccupata della scesa in campo dell’Iran e della possibile reazione di Israele all’attacco missilistico di Teheran, con Netanyahu pronto ad attaccare senza esclusone di colpi anche le centrali nucleari. Non è un caso che ieri il G7 a guida italiana si sia compattato su una nota che riconosce il ruolo di Unifil «per ripristinare la pace e la sicurezza» e che sottolinea l’impegno dei Paesi «a rafforzare il sostegno alla missione».
Meloni e Schlein, amiche-nemiche
Insomma: Meloni e Schlein sono tornate a parlarsi, confrontarsi, alla ricerca di soluzioni comuni a problemi comuni. In questo senso, durante la telefonata di ieri, le due potrebbero aver pensato a una risoluzione comune in Parlamento per un cessate il fuoco, come accadde pure a febbraio 2024, quando bastò una doppia telefonata tra le leader a far passare in Aula, con l’astensione della maggioranza, la mozione del Pd per un cessate il fuoco a Gaza. O ancora, in tempi più recenti, la «non belligeranza» della dem sul nome di Raffaele Fitto in Ue. Oggi, però, potrebbe non esserci più da parte di Meloni la volontà di andare incontro alla segretaria dem, che potrebbe alla fine essere lasciata a se stessa, nel pieno dei dissidi interni al litigioso campo largo.
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E, a guardare indietro a maggio 2023, quando Meloni e Schlein si incontrarono per venti minuti per parlare di riforme, o allo scorso giugno quando, dopo le Europee, la leader dem aveva reso noto di aver sentito la premier per «complimentarci del risultato reciproco», sembra quasi più realistico che la segretaria del Pd trovi un accordo con la nemica-amica Meloni che con i suoi agguerriti vicini di banco.
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