16.05.2025
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Sports

«Ho un dolore che mi logora l’anima»


Allarme Tamberi. Il campione olimpico di salto in alto dà forfait per un infortunio e fa preoccupare tutti i fan verso i Giochi di Parigi. «Questa cosa mi logora l’anima», scrive il marchigiano sui social. Gimbo non decolla a Szekesfehervar, in Ungheria, sede di una tappa Gold del Continental Tour, a causa di un dolore lamentato nel bicipite femorale durante il riscaldamento. «A malincuore — si legge nel post — devo comunicare che ho dovuto rinunciare alla gara. Spero non sia nulla di grave ma la verità è che a 30 giorni dalle Olimpiadi anche un capello storto è grave». Parigi è l’ossessione di Tamberi, portabandiera azzurro e oro europeo a Roma a giugno, tanto da aver addobbato la sua casa di Torri Eiffel: «Questa cosa mi sta logorando l’anima, sono riuscito a fare praticamente solo una gara quest’anno e il sogno della mia vita è praticamente arrivato». Il 26 luglio, infatti, sventolerà il tricolore insieme ad Arianna Errigo a guidare la delegazione azzurra, anche se c’è quel precedente poco incoraggiante di Sofia Goggia che dovette rinunciare a sfilare da portabandiera a Pechino 2022 per l’infortunio al ginocchio. Per questo è molto probabile che Tamberi venerdì cancelli la sua presenza a Montecarlo, nel meeting di Diamond League. Lo scrive lui stesso nel post: «In 3 giorni dubito che sarà tutto a posto. Non ho veramente parole… Spero con tutto il cuore che sarò in grado di tornare presto in pedana per continuare ad inseguire quello per cui lavoro ogni singolo giorno ormai da 3 anni. Vi tengo aggiornati».

Tamberi, infortunio a un mese dalle Olimpiadi: «Questa cosa mi sta logorando l’anima, spero non sia nulla di grave»

L’INFERNO E IL RISCATTO

Pensieri e parole di chi, otto anni fa, ha già patito le pene dell’inferno prima dell’appuntamento olimpico. Era successo proprio in quella Montecarlo che ha cambiato la sua carriera in maniera drastica. «Non mi fossi fatto male alla caviglia a Montecarlo, non avrei vinto a Tokyo», ha ripetuto spesso Gimbo, che attraversando i momenti bui ha scoperto di avere più forza. «Ma se potessi, però, sceglierei di non farmi male. Mi ha rovinato 5 anni della mia vita». Del resto quel gesso custodito per cinque lunghi anni è stato il simbolo della sofferenza portato poi in trionfo il 1° di agosto del 2021 in Giappone. Quando in pochi credevano che il marchigiano potesse vincere, anche perché l’avvicinamento ai Giochi non è che fosse stato poi così incoraggiante. Ma come al solito Gimbo si trasforma e diventa un leone quando più conta. «Quando smetterò — ha detto dopo il trionfo iridato di Budapest — mi riguarderò indietro e mi metterò a piangere. Troppo poco ho gioito rispetto alle vittorie». E sono state tante. Non ce l’avrebbe fatta senza l’affetto di sua moglie Chiara e degli amici. Che, a questo punto, potrebbero rivederlo saltare il 18 luglio ad Ancona nella sua ultima gara prima delle Olimpiadi. «Prima del sogno», come lo slogan creato per l’evento. La speranza, ora, è che il sogno resti intatto.

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