11.06.2025
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Economy

“Ho lasciato la multinazionale per la distelleria di whisky Made in Brianza”


Le strade della vita sono infinite. Lo sa bene Stefano Zanetto, economista classe 1980, che ha fondato la distilleria artigianale di whisky di malto d’orzo Strada Ferrata: produzione a Seregno, in Brianza. magazzino di invecchiamento a Saronno. Fino al 2024 lavorava all’Eni, poi – dopo 20 anni con un contratto blindato, a tempo indeterminato – il grande salto assieme al professore associato di economia aziendale della Cattolica Benedetto Cannatelli e al fisioterapista Tommaso Colombo. A dargli la carica giusta è stato l’ingresso in società dell’Illva Saronno, l’azienda famosa per la produzione dell’Amaretto. 

Da una multinazionale del settore dell’energia a una startup: perché questo cambio di vita?
«Sono state le circostanze della vita a condurmi in questo percorso.

In parallelo alla carriera professionale che avevo intrapreso, con due amici abbiamo fondato prima un birrificio nel 2013 e, poi, la distilleria nel 2019. Queste realtà sono cresciute al di là delle nostre aspettative fino a richiedere che uno di noi facesse un ulteriore passo per dedicarsi full-time alla distilleria. È toccato a me, anche se la presenza e la compagnia dei miei soci è una condizione imprescindibile per il mio lavoro e per la nostra società».

Cosa faceva in Eni? E a cosa le è servito il lavoro fatto per lavorare in distelleria?
«Mi occupavo di controllo di gestione e di valutazioni economiche dei progetti di investimento, che la società intraprendeva in varie parti del mondo. Ho avuto dei maestri che mi hanno insegnato non solo un lavoro, ma soprattutto come lavorare, tenendo conto di tutti i fattori che possono concorrere al successo di un’impresa, imparando a beneficiare e a valorizzare il contributo di tutti gli attori coinvolti in un processo di creazione di valore. Questo contesto internazionale e vasto, in cui ho lavorato per 20 anni, mi ha sicuramente insegnato ad alzare lo sguardo al di là dei quattro muri della nostra realtà contingente (professionale e non), certi che allargare i confini possa rappresentare un’opportunità di crescita (anche se con dei rischi) più che un pericolo».

Quali sono gli obiettivi della vostra azienda?
«Strada Ferrata vuole essere precursore di una nuova categoria di prodotto, il whisky italiano. L’obiettivo è quello di offrire ai nostri clienti qualcosa di nuovo, un whisky italiano, di altissima qualità, innovativo e accessibile a tutti, perché crediamo che le cose belle debbano essere per tutti».

Come si sta diffondendo il whisky nel mondo? E cosa può fare l’Italia?
«Il New World Whisky – whisky di malto prodotti in Paesi non tradizionali (Scozia, Irlanda e Giappone) o a questa materia prima (USA) – è un trend in fortissima espansione a partire dagli USA e da qualche anno anche in Nord Europa, Germania, Francia e Far East (Australia e Taiwan). Questa categoria di whisky si rivolge a una categoria di clienti diversa rispetto alla tradizione: clienti più giovani, cosmopoliti, curiosi e desiderosi di qualcosa di nuovo e innovativo. Strada Ferrata vuole essere la proposta Made in Italy all’interno del New World Whisky, forti dell’innata propensione al gusto e all’eleganza che ovunque vengono riconosciuti all’Italia».

Da ultimo, com’è possibile promuovere l’uso consapevole dell’alcool?
«Bere meno e bere meglio. Quello che proponiamo ai nostri clienti è un’esperienza di gusto e di bellezza, che possa essere unica ma accessibile. Crediamo che poter degustare un bicchiere di whisky di alta qualità in abbinamento con una massa di cacao, un formaggio stagionato o un buon sigaro, e magari in buona compagnia, possa soddisfare molto più i nostri clienti rispetto a grandi bevute inconsapevoli. È un tema di cultura, anche nel bere».

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