08.06.2025
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«Ho chiesto dei soldi a Damiano dei Maneskin e si sono offesi! Ma non li conoscevo»


Dei suoi i suoi «stracelebri amori» (da Salvador Dalí a David Bowie) si sa tutto. Anche dei suoi fidanzati. Quelli più giovani di lei di quarant’anni (Manuel Casella). Si sa ancora poco invece di lei pittrice. Un amore che non ha ancora abbandonato…

Un amore diventata una mostra a Milano, The Eye of Amanda Lear, cinquanta opere su tela e carta. «La pittura — confessa al settimanale F — è stato il mio primo grande amore. Ho studiato all’Accademia di Belle Arti, e non potevo immaginare che a una sfilata Paco Rabanne mi avrebbe presentato Salvador Dalí. Lo ritenevo antipatico, preferivo Picasso, De Chirico, Magritte. Non eravamo d’accordo. Lui diceva che Rembrandt era un orrore, Chagall faceva schifo, Cézanne non sapeva dipingere, Magritte era «un piccolo artigiano belga» e De Chirico dipingeva sempre le stesse cose. Invece poi è nata una grande storia. Sono stata con lui per sedici anni».

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E per sedici anni è stata la sua musa.

Anzi no. «Non mi piace il termine musa e ancora meno icona: l’icona sta al cimitero». A 85 anni si sente ancora una ragazzina: «Non mi drogo e non bevo. Non ho bisogno dello psicoanalista». Oggi Amanda sta bene da sola, nella sua grande casa con i suoi gatti e un pennello sempre in mano. Nessun rimpianto per la mondanità? Al settimanale Femminile di Cairo Editore dice di no. «Mi chiedono perché non sono andata al Festival di Cannes a farmi un giro sul red carpet, ma scherziamo? Tra tutte quelle povere disgraziate mezze nude, influencer con il vestito prestato? Per un po’ ho dovuto mettermi in mostra anch’io, con i vestiti trasparenti, ma non serve a niente. Ah, se l’avessi saputo trent’anni fa! Forse è la vecchiaia».

La sua allegria non è cambiata. È sempre la stessa ed è contagiosa. Cosa è cambiato allora? «Sono un po’ ingrassata, ho le rughe, qualcuna, mi manca il fiato sulle scale: c’est la vie. Il teatro è faticoso, e i soldi sono pochi, eppure è bello sentire il calore del pubblico. In fin dei conti quello che è fatto è fatto. Anche il disco più brutto, Tomorrow, scritto in cinque minuti, ha avuto un suo senso, mi ha pagato la casa. Con le canzoni ho potuto avere una bella vita…». E adesso un nuovo disco, il numero 23. «Tante attrici aspettano una telefonata che non arriva. Invece le cose vengono da me senza che io faccia niente. Mi cercano, è sempre stato così. Qualcuno lassù decide tutto».

A F racconta che l’ha cercata «Berlusconi. Bolognini, quando ho girato lo spot per la San Pellegrino, ricordate il Nano Ghiacciato? Ho cenato con Antonioni. Ho conosciuto Andy Warhol. Ieri ho richiamato Jeff Koons». Ma non solo.

«Damiano dei Måneskin mi voleva a Sanremo per un duetto. Ho chiesto dei soldi e loro si sono offesi. Non li conoscevo, ho detto no. Chi sono questi ragazzi tutti truccati, boh…». Ma non è finita qui. «Poi sono arrivati i tronisti. Qualcuno si è proposto su Instagram per posare nudo. Succede da quando esiste l’uomo oggetto, quindi non da molto. I maschi prima facevano tante storie: mi devo togliere tutto? Pure le mutande? Si vergognavano. E io dovevo spiegare: faccio il re del mare, no che non puoi tenere le mutande. Ma ormai i nudi li dipingo a memoria. E vi assicuro, ho buona memoria».

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