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Giustizia, separazione delle carriere: via libera della Camera alla seduta fiume. Contrarie le opposizioni: «Strappo alla democrazia»


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L’Aula di Montecitorio ha dato il via libera, con uno scarto di 88 voti, alla richiesta di Fratelli d’Italia di avviare una seduta fiume sul disegno di legge che introduce la separazione delle carriere. I lavori, quindi, andranno avanti senza interruzioni e il voto finale sull’articolato è atteso non prima di giovedì alle ore 12.

Le opposizioni hanno duramente criticato la scelta. La capogruppo del Partito Democratico, Chiara Braga, ha parlato di «un ulteriore colpo alle regole della democrazia parlamentare», definendo la decisione di ricorrere a una seduta fiume «un’anomalia voluta soltanto per assecondare la volontà di una maggioranza incapace di sostenere due giorni consecutivi di votazioni su una riforma di natura costituzionale».

Le opposizioni hanno puntato il dito non solo contro la maggioranza ma anche contro la presidenza della Camera, accusata di aver piegato i regolamenti parlamentari per consentire ai leader del centrodestra di partecipare al comizio conclusivo nelle Marche.

Chiara Braga (Pd) ha parlato di «regole riscritte a uso e consumo» della maggioranza, accusando anche Giorgia Meloni di non aver dato risposta sulla crisi di Gaza. «Il ministro Ciriani ha detto di aver appreso solo in capigruppo della nostra richiesta di comunicazioni: ma ci possiamo fidare davvero della Presidenza della Camera?», ha domandato la dem, giudicando una “presa in giro” la motivazione ufficiale secondo cui la seduta fiume servirebbe a garantire tempi supplementari alle opposizioni. Durissimo anche Marco Grimaldi (Avs), che ha ricordato come fosse iscritto a parlare solo il 10% dei deputati di opposizione: «Non serviva la seduta fiume, si poteva votare già mercoledì sera. Il vero motivo è che vi occorre un voto certo giovedì, quando potete contare sulla maggioranza assoluta dei presenti, dopo essere andati al comizio nelle Marche».

Sulla stessa linea Riccardo Ricciardi (M5s): «La vostra riforma costituzionale non si può discutere domani perché sarete in campagna elettorale. Avevamo proposto di votare domani sera, ma voi preferite starvene tranquilli, tornare giovedì a mezzogiorno e portare a casa la riforma: oltre ogni decenza». Maria Elena Boschi (Iv) ha infine accusato la maggioranza di «proseguire con forzature che non vi fanno onore», parlando di «ennesimo atto di arroganza verso opposizioni e Parlamento» e avvertendo: «Prima o poi i cittadini ve ne chiederanno conto».


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