La Camera dei deputati approva in via definitiva il ddl Nordio con 199 voti a favore, 102 voti contrari e nessun astenuto. Tra le principali misure, l’abolizione dell’abuso d’ufficio.
Nordio: «La giustizia italiana è malata, va cambiata radicalmente»
Il ddl Nordio è legge, arriva il sì della Camera
«La norma sull’abuso di ufficio ha fallito completamente la sua missione», ci sono stati «oltre quattro tentativi di rimodulazione senza conseguenze» e «quindi il ministro Nordio ha deciso di percorrere la strada dell’abrogazione del reato», il pensione del presidente della Commissione Giustizia della Camera Ciro Maschio di FdI in dichiarazione di voto sul provvedimento.
Maschio ha sottolineato più volte «l’importanza di questa decisione».
«E’ venuto il momento di imprimere un cambio di passo epocale» nell’ottica dei «principi del giusto processo», ritiene Pietro Pittalis. Secondo Pittalis «il giustizialismo ha finora imperversato in Italia, dove essere indagati è ragione sufficiente per subire una gogna senza pietà». «Questa maggioranza non sta scardinando nessun sistema. Nonostante le svariate operazioni di riforma, l’abuso di ufficio non ha mai funzionato e la situazione stava diventando intollerabile», questa è «una seria risposta perché non si possono lasciare soli i rappresentanti delle istituzioni più vicini ai cittadini». «Abbiamo tre anni per portare avanti le riforme di cui il sistema giustizia necessita», riforme che lui, a nome del gruppo, vorrebbe dedicare alla memoria di Silvio Berlusconi.
Le parole di Nordio
«Non è vero» che l’abolizione dell’abuso d’ufficio sia un colpo alla lotta alla corruzione, perchè questo reato «non ha nulla a che fare con la corruzione». Lo ha ribadito il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervistato da 24Mattino, in onda su Radio 24. Quello di abuso d’uffico era un reato » così evanescente che poneva sotto indagine amministratori e sindaci per le questioni più svariate», ha fatto notare il ministro. Ma su 5mila procedimenti avviati all’anno «non c’erano mai condanne» ha aggiunto Nordio, spiegando che in questo modo si sono liberati altrettanti amministratori dalla «paura della firma». E l’introduzione del peculato per distrazione non è un rimedio all’abolizione dell’abuso d’ufficio con cui , ha detto il Guardasigilli «non ha niente a che vedere».
«Quello delle madri in carcere è un problema delicatissimo perché va coniugato il problema della detenzione di una donna con bambino con quello, altrettanto grave, dell’allarme sociale creato da persone che sfruttano la propria maternità per restare impunite». «Sono cose di una delicatezza estrema che vanno conciliate» senza «dare segni di debolezza da parte dello Stato». «Ci rifletteremo, ‘frigido pacatoque animo’, e cercheremo di trovare una soluzione»m, dice ancora il Guardasigilli conversando con i cronisti in Transatlantico. Alla domanda se in Parlamento la norma potrà dunque essere cambiata risponde: «Adesso vedremo».
Le intercettazioni
«Stiamo lavorando da tempo ad una riforma organica delle intercettazioni per dare un’attuazione radicale all’articolo 15 della Costituzione che indica nella segretezza delle conversazioni l’altra faccia della libertà». Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio conversando con i cornisti in Transatlantico. «Le conversazioni sono libere intanto che sono segrete, come il voto. Sono state fatte delle ironie sul fatto che io abbia detto che più o meno siamo tutti intercettati. Vorrei ricordare che in questo paese sono stati intercettati persino dei presidenti della Repubblica», ha aggiunto.
L’opposizione
«Un provvedimento bandiera che non ha risorse» e che è stato portato avanti con «arroganza», ha detto invece il capogruppo Dem in Commissione Giustizia Federico Gianassi nell’Aula della Camera annunciando il voto contrario del Pd. «Oggi ottenete uno scalpo a danno dei cittadini», osserva, «se associamo la cancellazione dell’abuso di ufficio a reati ulteriori che introdurrete ai danni dei cittadini, come la resistenza passiva, ci sarà uno squilibrio enorme» e si percorrerà «la pericolosa strada dell’autoritarismo».
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