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Giorgia Meloni va a vedere il museo di storia (ma non la scultura con falce e martello)


Un caffetano azzurro. Una festa di compleanno improvvisata. E poi la città proibita, la mostra di Marco Polo e la meraviglia per una Cina, in fondo, poco conosciuta. In una Pechino ieri torrida, ma oggi alle prese con il tifone Gaemi che ha già allagato Taiwan e Filippine, Giorgia Meloni si è anche concessa qualche momento più rilassante rispetto agli articolati bilaterali con il presidente Xi Jinping o il premier Qi Liang. All’arrivo ad esempio, sabato sera, ha partecipato assieme alla figlia Ginevra alla festa di compleanno di uno dei funzionari che viaggiano con lei.

Nel ristorante museo della gastronomia imperiale, un grande locale tipico della capitale cinese che ricorda lo stile della dinastia Qing, è finita ritratta di un video dell’ambasciata italiana in Cina diffusissimo su Tiktok mentre accenna un applauso e qualche mossa di ballo tra i tavoli, con sullo sfondo un cartello Happy Birthday.

LA VISITA

Un momento di svago che fa il paio con la visita privata organizzata ieri appositamente per la presidente del Consiglio nella città proibita abitualmente chiusa di lunedì, e con la mostra su Marco Polo (“Viaggio di conoscenze” al Millennium art museum), inaugurata nel pomeriggio assieme al ministro della Cultura della Repubblica popolare cinese. Qui la premier si è lasciata sfuggire un «wow» quando, indossato il visore di realtà aumentata configurato dall’azienda Way experience di Milano, è stata catapultata nella Venezia degli inizi del 1300, ripercorrendo le orme dell’esploratore italiano. Ma a colpire veramente Meloni, accompagnata dalla curatrice della mostra della fondazione musei civici di Venezia, è stato uno dei cimeli in mostra.

IL CAFFETANO

Un caffetano azzurro in seta pensato per una bambina veneziana, con fodera turca e colletto e cuciture in oro e argento realizzate in Cina. Una sintesi del viaggio dell’esploratore, unico straniero assieme a padre Matteo Ricci, a meritarsi un posto nel bassorilievo che al museo ripercorre la storia cinese. Bassorilievo che la premier nel primo pomeriggio ha percorso a metà, evitando — forse in maniera deliberata — di soffermarsi assieme ai rappresentanti del governo del Paese del Dragone sulla falce e il martello che campeggiavano in bella vista nella sezione che si occupava della storia del ‘900. Un dettaglio che testimonia non solo le differenze che separano i governi, ma pure la strada «che dall’Italia conduce alla Cina» e, si legge nel messaggio lasciato dalla premier nel libro posto all’inizio della mostra, il cammino lungo millenni che «talvolta è parso più agevole, altre volte in salita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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