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Germania, modello in crisi: ora è allarme recessione


Come se non bastassero quelli politici, per il cancelliere Olaf Scholz ci si mettono anche i guai economici: l’eurozona in stagnazione, trascinata probabilmente dalla Germania al palo e prossima alla recessione, e i piani di acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit con cui Scholz ha ingaggiato un braccio di ferro e posto l’altolà. Nel tira e molla nella scalata del secondo istituto italiano alla grande banca tedesca, concordato e poi stoppato dal governo tedesco che la considera un’operazione ostile, nuovo scambio di colpi da ambo le parti.

LA QUOTA
Unicredit ha deciso di andare avanti nei suoi propositi di acquisizione: è di ieri l’annuncio che è arrivata a una quota potenziale di circa il 21% della banca tedesca e aspetta solo il via libera della Bce: l’obbiettivo è assicurarsi il 29,9% dell’istituto di Francoforte.

Nel mezzo della bagarre bancaria sono arrivati anche i dati negativi sullo stato dell’economia nell’eurozona e in Germania in particolare, senza contare poi i guai politici che affliggono il governo semaforo del cancelliere Scholz, su cui ormai si scommette se resisterà fino a fine legislatura fra un anno, o se cadrà prima di Natale e si andrà ad elezioni anticipate.

GLI INDICI
Gli indici S&P Global resi noti ieri indicano la Germania, il cui modello economico è in difficoltà e l’industria automobilistica in affanno per la concorrenza della Cina, rischia la recessione anche nel terzo trimestre di quest’anno dopo il secondo negativo (-0,2%). A settembre il manifatturiero è in profondo rosso (42,4) con una frenata anche dei servizi (50,6). «È in atto una recessione tecnica», con il Pil nel trimestre luglio-settembre stimato a -0,2%. La Bce è in allarme: Germania in recessione e Ue a crescita zero, brutto scenario per l’economia del vecchio continente. Brutte notizie, economiche e politiche, anche per il governo semaforo (socialdemocratici, verdi e liberalli) del cancelliere Scholz, che rischia di essere defenestrato dal suo partito come candidato alla cancelleria della Spd alle prossime politiche fra un anno.

ìIL RISULTATO
E brutte notizie anche per il vice cancelliere e ministro dell’economia verde, Robert Habeck, che non riesce ad accreditarsi come credibile nella sua materia, ma neanche come ministro del clima e della transizione ecologica, come dimostra la stangata dei Verdi in Brandeburgo: arrivano sotto il 5% (4,1%) e quindi fuori dal parlamento regionale e fuori anche dalla coalizione di governo a Potsdam assieme a Spd e Cdu. A livello nazionale i loro consensi sono scesi a ben sotto il risultato conseguito alle politiche tre anni fa (14,7%).

LA SFIDA
Alla luce del suo bilancio personale, del risultato del partito in Brandeburgo, e di tutti i sondaggi, sembrano velleitarie le sue ambizioni di correre come candidato verde nella sfida per la cancelleria nel 2025. Nel partito si valuta se rinunciare alla corsa. A rischiare è soprattutto Scholz, la cui popolarità è a zero, e che la Spd, nel timore di essere dimezzata alle urne (nel 2021 aveva preso 25,7% dei voti e ora è data al 14%-15%) potrebbe decidere di sostituirlo come candidato cancelliere con il popolare ministro della difesa Borsi Pistorius.

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