17.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Politics

Genova, sul caso Ermini l’imbarazzo del Pd. Orlando: «Ora rinunci»


ROMA Valutare «con attenzione» l’opportunità di un passo indietro. Per togliere il centrosinistra dall’imbarazzo. E spuntare un’arma che il centrodestra ha già cominciato a usare. Nel giorno in cui la procura di Genova chiede il giudizio immediato per Giovanni Toti, il dem Andrea Orlando prova a sminare la sua corsa verso la Regione Liguria dalla prima tegola che ci si è abbattuta sopra. Ossia: l’incarico accettato da David Ermini, ex vicepresidente del Csm ed esponente di punta del Pd, alla presidenza di Spininvest. La holding del gruppo Spinelli coinvolta nell’inchiesta per corruzione elettorale e finanziamento illecito che ha portato agli arresti di Toti e del suo fondatore Aldo Spinelli.

Una nomina che ha scatenato un mezzo putiferio nel Pd, dal momento che Ermini – deputato fino al 2018, già responsabile Giustizia al Nazareno con Matteo Renzi segretario e commissario dei dem liguri dal 2015 al 2017 – è tuttora un membro della direzione del partito. Così Orlando, candidato in pectore del centrosinistra, ieri ha alzato il telefono e ha fatto il numero dell’ex vicepresidente. Suggerendogli caldamente un passo indietro. O meglio: invitandolo a valutare «con attenzione» l’opportunità di una rinuncia all’incarico, che potrebbe prestarsi a «strumentalizzazioni» ed «equivoci».

LA REPLICA

Invito al quale Ermini ha replicato parlando di un incarico «di natura professionale», senza implicazioni politiche. E assicurando che la sua funzione non avrà a che fare con la vicenda processuale ligure. Rassicurazioni che non sono bastate a convincere l’ex ministro dem. Che ha insistito: «Caro David, valuta con la dovuta attenzione l’opportunità di rinunciare». Un appello che qualche effetto l’avrebbe prodotto: Ermini, a quanto trapela, starebbe valutando l’autosospensione dalla direzione dem. Quanto a lasciare la presidenza di Spininvest, almeno per ora, niente da fare. «Ho accettato l’incarico perché mi è stato proposto di prestare la mia opera professionale per accompagnare un nuovo percorso», recita la replica dell’avvocato dem, «nel segno della trasparenza e della legalità» e «a tutela e garanzia delle centinaia di lavoratori»: «Se non fosse stato così – prosegue l’ex deputato pd – non credo che la proposta sarebbe stata rivolta a me». Poi conclude: «Ho svolto i miei incarichi con disciplina e onore e così sarà anche adesso. Le vicende processuali non entrano in alcun modo nella mia scelta».

Ieri però il caso ha fatto scoppiare la bagarre nel consiglio regionale ligure. Con Forza Italia che ha srotolato un cartello con su scritto «Ermini uno di voi» in direzione dell’opposizione, mentre la Lega brandiva a mo’ di scherno verso il Pd un farmaco contro l’ulcera. Va all’attacco anche il forzista Maurizio Gasparri: «Se uno fosse prevenuto potrebbe dire che la sinistra, attraverso la pressione della Procura, ha ottenuto le dimissioni di Toti e le elezioni prima della scadenza naturale. Nel frattempo un esponente di prima linea del Pd, in passato vicepresidente del Csm, diventa presidente delle società di Spinelli: una sorta di conquista progressiva». E mentre da FdI parlano di una nomina che «getta ombre sull’inchiesta giudiziaria», si mostra critico pure il ministro della Difesa Guido Crosetto. «Il tema non è Ermini – scrive su X – Ma il motivo per cui hanno scelto di nominare lui e non altri». Per il titolare della Difesa «un messaggio doveva arrivare chiaro: non possono uscire dal recinto di potere della sinistra». Poi accusa: «Le indagini sui rapporti dell’imprenditore genovese sembrano iniziare solo quando sono finiti i suoi rapporti con i predecessori di Toti. Chi può pensare di lavorare onestamente, in un sistema così degradato e di parte?». Anche il Pd genovese (che parla di un incarico offerto dal gruppo Spinelli per ottenere una «garanzia processuale») torna alla carica: «Se Ermini non si dimette dalla Spininvest, lasci la direzione nazionale del Pd».

L’ATTESA

Intanto, mentre Toti e i suoi legali aspettano una decisione sulla revoca dei domiciliari (il verdetto arriverà tra giovedì e venerdì, i pm potrebbero dare parere favorevole), la procura ieri ha chiesto il processo immediato per l’ex governatore, per Spinelli e per l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. La decisione spetterà al gip, che dovrà verificare che ci siano le condizioni e fissare una data del processo entro cinque giorni. Contestualmente alla richiesta, gli inquirenti hanno consegnato al gip un elenco delle fonti di prova: trenta pagine nelle quali vengono citate le risultanze di 35 testimoni, 44 dispositivi tra telefoni, computer e hard disk e 28 informative della Gdf.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]