Lo ha conquistato per la prima volta e per la prima volta vuole difenderlo, questo benedetto scudetto. L’altro lo aveva vinto in campo, con la maglia della Lazio nel Duemila, e da quel giorno sa bene che cosa lo aspetta e che cosa si prova. «Negli ultimi tempi chi è arrivato primo, poi ha fatto fatica a difendere i suoi successi, meglio alzare la soglia dell’attenzione» spiega Simone Inzaghi a poche ore dal debutto di Genova in campionato. Chiaro il riferimento: dopo l’ultimo dei nove titoli vinti dalla Juve consecutivamente, nessuna squadra è riuscita a fare il bis. Prima l’Inter di Conte, poi il Milan di Pioli, il Napoli di Spalletti e di nuovo il club nerazzurro, proprio con lui in panchina. E da tutta l’estate lo sbattono in pole, come se la sua squadra non avesse ancora avversari all’altezza. «Le griglie di partenza non mi sono mai piaciute, io dico che non è mai facile ripetersi e i fatti lo dimostrano». Non teme un tracollo come quello del Napoli, che da Spalletti era stato abbandonato all’improvviso, ma ricorda che quando Eriksson vinse il titolo con la Lazio consigliò a Cragnotti di cambiare quasi tutti. «I giocatori si rilassano, non puoi ripartire con gli stessi» disse lo svedese al suo patron e Inzaghi, che già all’epoca ascoltava per imparare, ha fatto tesoro di questa massima. Eppure ha chiesto la conferma di tutta la sua rosa, che è stata rinforzata nel gennaio scorso con due giocatori a parametro zero, Zielinski e Taremi, e a luglio con l’acquisto di Martinez dal Genoa che farà il secondo a Sommer. Ma non basteranno, secondo Inzaghi, a fare la differenza, soprattutto in Champions, dove è ancora vivo il ricordo della finale persa nel 2023 contro il Manchester City a Istanbul. Inzaghi ha ripetuto pubblicamente il desiderio di avere almeno un altro difensore, possibilmente mancino, che possa dare il cambio a Bastoni, in alternativa a Carlos Augusto, e che completi il reparto indebolito dal grave infortunio di Buchanan. «Ci vuole un giocatore importante, competitivo, in modo da consentirmi le rotazioni» ha detto Simone a poche ore dalla partenza per Genova.
PASSI IN AVANTI
Un altro forte segno di crescita e di personalità di questo allenatore che non vuole lasciare nulla al caso. Il presidente Marotta e il ds Ausilio sono già al lavoro e centreranno il loro obiettivo tra la prima e la seconda di campionato. Su indicazione del fondo Oaktree, che è subentrato alla gestione di Steven Zhang, l’Inter preferirebbe investire su un giovane mentre Inzaghi punterebbe più su un difensore pronto ed esperto. Già, Zhang, il suo ex presidente e vecchio amico: Simone aveva un grande rapporto con il precedente proprietario e dopo aver avuto la certezza del suo addio qualche preoccupazione l’ha avuta. Corteggiato all’estero, soprattutto in Premier, Inzaghi ha poi deciso di puntare ancora sull’Inter, con cui ha firmato fino al giugno del 2026 a una cifra che si avvicina ai 6,5 milioni netti a stagione più un bonus scudetto da circa 2 milioni. Superiore il premio-Champions che potrebbe sfiorare i 3 milioni: se l’Inter facesse Bingo, per il tecnico piacentino ci sarebbe la possibilità di incassare più di 11 milioni netti al termine della stagione. «Qua mi sento apprezzato, non ho mai pensato di andare via perché quando sto bene in un club lavoro meglio». Inter in pole per tutti, il Milan di Fonseca alle spalle insieme con la Juve e, giocoforza, il Napoli di Conte. Il precampionato azzurro non è stato certo da applausi, ma Inzaghi ha dovuto affrontare grandi emergenze di organico a causa delle assenze dei giocatori che erano stati impegnati con le loro nazionali. Il ritorno di Lautaro, che scenderà in campo oggi a Genova con la fascia di capitano e il fresco rinnovo del contratto, può dare la scossa all’Inter, che dietro all’argentino e a Thuram ha aggiunto Taremi, confermato Arnautovic e recuperato (per ora) Correa. Abbastanza per fare il vuoto ancora una volta.
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