Commenti e retroscena del panorama politico
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Bandiere della Palestina in ogni finestra, piazze gremite per fermare la guerra a Gaza: è questa l’iniziativa promossa dal Partito Democratico per una “grande” manifestazione nazionale a sostegno del cessate il fuoco. Dopo l’ennesima strage di bambini, tra cui nove dei dieci figli della pediatra Alaa al-Najjar, uccisi nei recenti bombardamenti, si rafforza la mobilitazione per chiedere la fine della guerra nella Striscia di Gaza. “Facciamo tutti insieme uno sforzo in queste ore con spirito largo e unitario, per renderla ancora più grande e partecipata» affermano fonti dem.
A raccogliere l’appello è stata Alleanza Verdi e Sinistra, attraverso le parole di Nicola Fratoianni: “Noi siamo pronti per una grande, larga, enorme manifestazione nazionale per fermare il massacro”. Il leader di SI ha poi lanciato un appello agli altri partiti: “Mi rivolgo anche agli altri leader politici, ai segretari e alle segretari degli altri partiti di opposizione, a coloro con cui abbiamo scritto la mozione parlamentare unitaria su Gaza, alle forze sociali e sindacali, alle Ong e alle associazioni pacifiste, agli intellettuali e agli organi di informazione”.
Proprio la scorsa settimana, Pd M5S e Avs avevano presentato alla camera una mozione unitaria che impegnava il governo a sospendere immediatamente l’importazione di armamenti da Israele, a sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti dell’esecutivo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e a dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale. Il documento chiede anche il riconoscimento dello Stato di Palestina entro i confini del 1967, con Gerusalemme come capitale condivisa e l’immediata interruzione delle ostilità nella Striscia di Gaza. La manifestazione nasce proprio sulla scia di questa mozione, i cui firmatari si coordineranno nelle prossime ore per definire il luogo e le modalità dell’evento. Ma tra le forze promotrici serpeggia anche un certo timore. C’è chi ha notato una certa prudenza nell’annunciare la mobilitazione di piazza, che è arrivata dopo molti giorni di dibattito nel mondo di centrosinistra. Un’attesa che forse si spiega anche con il timore di farsi trascinare nelle consuete polemiche sulle piazze per Gaza, con il rischio che la manifestazione venga condizionata dalla presenza di gruppi antagonisti e attivisti pro-Pal, con bandiere di Israele bruciate e scontri con le forze dell’ordine. Un’evoluzione del genere obbligherebbe le forze politiche a smarcarsi da accuse di antisemitismo o complicità ideologica con Hamas.
Nel frattempo, c’è già chi avanza proposte concrete sulla possibile sede della manifestazione. La sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, ha offerto la disponibilità della sua città ad ospitare il corteo. “Perugia ci sarà e può ospitare il corteo se sarà considerato da tutti utile e fruttuoso. Credo che nelle prossime ore tutte le forze sociali e progressiste debbano sposare questa idea, anche sulla base delle giuste posizioni espresse nella mozione unitaria presentata dal Pd, M5S e Avs alla Camera”.
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