28.06.2025
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Garlasco, «il Dna sulla spazzatura è di Alberto Stasi e Chiara Poggi»: i risultati dell’incidente probatorio. I legali di Sempio: «Confermano sua estraneità»


Nessuna sorpresa. Nessun colpo di scena. C’è il Dna di Chiara Poggi sul contenuto del sacchetto dell’immondizia sequestrata nella villetta di via Pascoli a Garlasco e l’unica traccia genetica diversa da quella della vittima appartiene ad Alberto Stasi,  il fidanzato della 26enne, condannato in via definitiva a 16 anni. Sono i primi risultati dell’incidente probatorio nell’ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, che vede indagato Andrea Sempio per l’omicidio della giovane il 13 agosto del 2007.

I risultati anticipati in tv

E’ stato uno degli avvocati di Alberto Stasi, il legale Antonio De Rensis, ad anticipare ieri, nel corso della trasmissione Zona Bianca su Rete4, alcune indiscrezioni sui primi esiti del Dna, nell’ambito del maxi incidente probatorio sul caso Garlasco, sui reperti della spazzatura e che avrebbero evidenziato solo tracce di Chiara Poggi e Alberto Stasi e non di Andrea Sempio, il nuovo indagato per l’omicidio.

L’avvocato De Rensis ha spiegato che «sulla cannuccia» del brick di tè freddo «potrebbe, dobbiamo usare il condizionale ancora, esserci traccia» del Dna di Stasi, mentre «solo sulla pellicola del Fruttolo potrebbe esserci il Dna di Chiara, come anche sul piattino e sulla confezione dei cereali». Con «tutti i condizionali possibili e immaginabili», ha detto ancora il legale, «diciamo che relativamente alla spazzatura potrebbero esserci delle indicazioni che, lette nel modo giusto, sono interessanti», spiegando anche che Stasi «ha detto che ha sempre bevuto l’Estathè».

Cosa significano questi risultati

In merito a questi primi esiti il difensore di Stasi ha aggiunto: «Questo vuol dire che tutti coloro i quali hanno fatto analisi parascientifiche, e che dicevano che sulla spazzatura non c’era nulla, potrebbero aver detto cose inesatte e vuol dire anche che questo, come tutti gli altri accertamenti in corso come quelli sulle ‘para-adesive’ delle impronte, potrebbero aiutarci a riscrivere la storia di quella mattina». Intanto, l’avvocato Massimo Lovati, legale di Sempio e ospite anche lui della trasmissione, ha fatto presente che la Procura di Pavia ha chiesto una «estensione» dell’incidente probatorio, con al centro analisi genetiche, anche alla «esaltazione», ossia all’individuazione delle eventuali impronte sui reperti e, in particolare, sulle confezioni del tè e dei cereal

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Le tracce sui cereali e sul Fruttolo

Secondo quanto riferito da «Il Corriere della Sera», sul piattino di plastica, sul piccolo sacchetto azzurro dell’immondizia e sulle linguette dei due Fruttolo i tamponi eseguiti giovedì scorso negli uffici della Scientifica della questura di Milano avevano «raccolto» materiale biologico. Tracce di Dna che una volta analizzati sono risultati appartenere a Chiara. Sempre di Chiara sarebbe il profilo genetico rintracciato sul sacchetto con i cereali avanzati, che il giorno dell’omicidio fu trovato sul divano e su cui è stato trovato un capello o un pelo (non è ancora chiaro se umano o animale) di tre centimetri nel secondo giorno di incidente probatorio.

Il profilo maschile

L’unico profilo maschile individuato apparterrebbe invece a Stasi, il fidanzato della 26enne, condannato in via definitiva a 16 anni: sarebbe suo il Dna raccolto dal tampone sulla cannuccia di plastica del brick dell’Estathé. Un dato che l’allora fidanzato di Chiara, che la sera prima aveva cenato con la giovane donna, non aveva mai escluso. Nell’ambito delle analisi scientifiche resta ancora da passare al microscopio il materiale genetico sui fogli di acetato che hanno conservato le impronte digitali rilevate nella villetta della famiglia Poggi Trentaquattro fogli già risultati negativi ai primi test per verificare l’eventuale presenza di sangue, anche se sulla «Traccia 10», definita «sporca» e lasciata sulla parte interna della porta della villetta e non attribuita ad alcuno, la difesa di Stasi ha chiesto che il test per la ricerca di sangue sia ripetuto.

La famiglia di Chiara: basta falsi scoop

Inatnto parlano gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, legali che rappresentano i genitori e il fratello di Chiara Poggi, in relazione alle innumerevoli ricostruzioni che non risparmiano neppure i familiari della ventiseienne uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco: «Non c’è limite alla fantasia, né alla volontà di vendere falsi scoop sulla pelle delle persone coinvolte. Dispiace che la Procura di Pavia non abbia sinora sentito il bisogno di intervenire nemmeno di fronte alle innumerevoli falsità che leggiamo ogni giorno, su iniziativa di soggetti privi di qualsiasi scrupolo». 

I legali di Sempio: non era lì

«I primi risultati emersi dalle analisi confermano quanto già ribadito più volte dal mio assistito Andrea Sempio, e cioè che egli non è mai entrato in quella casa il 13 agosto 2007. Siamo fiduciosi e attendiamo che i periti e i consulenti di parte svolgano e completino il proprio lavoro». Lo afferma all’Adnkronos Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, indagato per l’omicidio (in concorso) di Chiara Poggi. I primi esiti dell’incidente probatorio, confermati da più addetti ai lavori, sono che il Dna trovato sui reperti presenti nella spazzatura della villetta di via Pascoli a Garlasco sono riconducibili nella quasi totalità alla vittima. Sulla cannuccia dell’Estathé ci sarebbe, invece, — il condizionale è d’obbligo visto che sono i primi esiti — la traccia genetica di Alberto Stasi, il fidanzato e l’unico condannato definitivo per l’omicidio di quasi 18 anni fa.

Sempio, infatti, ha sempre ripetuto in queste settimane, dopo che è finito per la seconda volta indagato per omicidio, che non era in casa Poggi quel mattino di 18 anni fa e che non avrebbero potuto trovare sue tracce sui resti della colazione. E che lui frequentava la casa soprattutto per giocare al computer con Marco Poggi, fratello della vittima, e i suoi amici. Per questo si sarebbero potute trovare tracce genetiche e impronte della sua presenza nell’abitazione. Intanto, i difensori di Sempio si sono confrontati anche con il loro consulente, l’ex comandante del Ris Luciano Garofano, dopo che ieri uno dei legali di Stasi, l’avvocato Antonio De Rensis, ha reso note le prime indiscrezioni sulle analisi dei Dna sulla spazzatura. Da quanto si è saputo, anche l’esperto della difesa ha riferito che, in sostanza, i primi risultati delle analisi parziali sarebbero quelli, ossia l’assenza di tracce genetiche di Sempio su quei reperti e la presenza di quelle di Chiara e di Stasi

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