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Fumata nera per le regionali. Il centrodestra: «Ne riparleremo»


E dire che le frasi pronunciate da Matteo Salvini, all’ingresso di Palazzo Chigi, lasciavano ben sperare: fumata bianca sui candidati alle regionali già oggi? «Lo spero. L’importante è che si faccia in fretta». L’obiettivo del vertice di maggioranza a cui, oltre a Salvini, hanno partecipato la premier Meloni, il leader di Forza Italia Antonio Tajani, e quello di Noi moderati Maurizio Lupi, aveva in realtà un altro punto all’ordine del giorno: accelerare il percorso verso l’autonomia differenziata delle 4 regioni che ne hanno fatto richiesta (Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria). Una riunione voluta dal ministro Roberto Calderoli, con l’obiettivo di definire le pre-intese sulle materie non-Lep (protezione civile, previdenza complementare integrativa, professioni e sanità) entro il raduno leghista del 21 settembre, a Pontida.

Nessuna nota di fine vertice, ma l’assicurazione da parte di Lupi che si «va avanti con i percorsi formali che si dovranno fare», e che di elezioni regionali non si sarebbe parlato: sul tema, ha garantito l’ex ministro, «ci rivedremo». Nonostante le smentite ufficiali, però, secondo quanto riferiscono fonti di maggioranza, il tema sarebbe stato toccato senza un esito risolutivo. Se il leader del Carroccio preme per accelerare sul Veneto (il nome che continua ad avanzare è quello di Alberto Stefani), la presidente del Consiglio, al contrario, non sembra avere fretta. I leader del centrodestra si rivedranno, di certo, ad Ancona mercoledì prossimo, ma non è detto che per quel giorno i nodi sui candidati regionali, anche di Campania e Puglia, siano sbrogliati. Non perde quota l’ipotesi che per decidere i destini del Veneto — unica regione dove il centrodestra sembra avere la vittoria assicurata — si attenda prima l’esito del voto nelle Marche (28-29 settembre), dove è in corsa il meloniano Francesco Acquaroli. La partita è ancora aperta.


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