Fumata bianca a metà per le nomine nelle partecipate pubbliche. In Ferrovie dello Stato, controllata al 100% dal Tesoro, ieri in assemblea si è trovata la quadra grazie a un grande accordo fra i partiti della maggioranza: Tommaso Tanzilli, direttore generale della Federalberghi Roma e Lazio, è il presidente, Stefano Donnarumma, l’amministratore delegato. E questa volta, rispetto a una settimana fa, si è preferito dare seguito alla convergenza raggiunta sui vertici di piazza della Croce Rossa, smarcandosi dalla spa pubblica dove permangono ancora dubbi non sulle cariche apicali ma sulle poltrone di sotto.
AMPI APPREZZAMENTI
Infatti, in Cdp, l’assemblea ha rinviato per la seconda volta la decisione a martedì 2 luglio, perchè dei nove nomi del cda, a parte i tre delle fondazioni (fra cui il presidente Giovanni Gorno Tempini) decisi da oltre un mese, ci sono ancora dubbi fra i cinque nomi del Tesoro (il sesto, quello della conferma di Dario Scannapieco, è già acquisito): sembra che Palazzo Chigi abbia frenato volendo esprimere un suo candidato.
Ferrovie, si diceva, ha i nuovi vertici che dovranno pilotare la privatizzazione, rispettando le previsioni degli ultimi giorni. «Buon lavoro al consiglio di amministrazione di Fs, fresco di nomina, con un ringraziamento sincero per chi lascia il testimone. Sono sicuro che anche la nuova squadra saprà affrontare con successo sfide ambiziose: i prossimi anni saranno decisivi per la crescita e la modernizzazione del Paese». ha commentato Matteo Salvini, ministro Mit. «Congratulazioni e buon lavoro al nuovo presidente Tommaso Tanzilli, all’ad Stefano Donnarumma e a tutto il cda. Sono convinto che grazie alla loro esperienza e professionalità saranno in grado di guidare al meglio una realtà così importante e strategica per l’Italia». Lo dice il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, in una nota.
Tanzilli, in quota FdI, è docente del master “Economia e Management del Turismo” all’università La Sapienza di Roma. Attualmente presiede anche l’Ente bilaterale territoriale per il turismo.
Donnarumma, ingegnere, in quota Lega ma gradito anche da FdI, sarà alla guida, ha una forte esperienza nel mondo ferroviario avendo lavorato in Bombardier e Alstom e nelle reti. In serata si è riunito il cda che ha dato seguito alle raccomandazione del Mef in assemblea di dargli le deleghe. Prende il posto di Luigi Ferraris che lunedì sarà nominato ad di Netco, il veicolo contenente la rete primaria e secondaria di Tim, acquistata dalla cordata fornata da Kkr, Adia, Ceppib, Mef, F2i.
Donnarumma è stato fino a maggio 2023 amministratore delegato e direttore generale di Terna SpA e presidente di GO15, l’associazione degli operatori di reti elettriche di grandi dimensioni che rappresenta oltre il 50% della domanda globale di energia elettrica. Precedentemente, è stato ad e direttore generale di Acea SpA (acqua, energia, illuminazione e trattamento rifiuti) oltre che direttore gestione rete di A2A, dove ha gestito la distribuzione di gas, energia elettrica, acqua, teleriscaldamento e illuminazione pubblica.
LA SPUNTA BARBIERI
L’assemblea ha nominato il cda: Caterina Belletti, avvocato di Monfalcone, Presidente dell’Azienda Provinciale Trasporti Spa di Gorizia; Franco Fenoglio, ex Italscania; Loredana Ricciotti, avvocato di Alghero; Tiziana De Luca, dirigente Mef; e Pietro Bracco, tributarista docente Luiss. Durante l’assemblea degli azionisti è stato approvato anche il Bilancio 2023 di Ferrovie dello Stato Italiane spa: utile di 201 milioni, a valle dell’approvazione da parte del cda avvenuta il 10 aprile 2024. L’assemblea ha deliberato di portare a nuovo l’utile netto di esercizio, come da proposta del cda. Il gruppo FS presenta ricavi per 14.804 milioni, Ebitda di 2.228 milioni e utile netto di 100 milioni.
La nuova governance parte con una mission precisa: la privatizzazione e un manager esperto e competente come Donnarumma saprà come muoversi lungo gli indirizzi del Mef. Probabilmente il neo ad vorrà aprire il capitale della holding oppure fare lo spin-off di Frecciarossa.
Tornando a Cassa, il confronto fra Riccardo Barbieri Hermitte e Marcello Sala si è risolto a favore del primo, mentre il nodo sarebbe un consigliere rivendicato da Palazzo Chigi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA