In Corea del Sud, “tutte le attività politiche, comprese quelle relative all’Assemblea nazionale, alle assemblee regionali, ai partiti politici, alla formazione di organizzazioni politiche, ai raduni e alle proteste, sono vietate”. È quanto si legge in un decreto, emesso dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il Generale Park An-su, nominato alla guida del comando militare creato dopo la dichiarazione della legge marziale da parte del Presidente Yoon Suk Yeol. Il provvedimento, in base a quanto spiega l’agenzia locale Yonhap, è stato proclamato a livello nazionale e mette sotto controllo anche tutti i media e gli editori, oltre a ordinare ai medici specializzandi in sciopero di tornare immediatamente al lavoro entro 48 ore. “È vietato negare la libera democrazia o tentare la sovversione; sono vietate le fake news, la manipolazione dell’opinione pubblica e la falsa istigazione”, ha dichiarato il generale Park. Coloro che violano la legge marziale, in base al provvedimento, possono essere arrestati o perquisiti senza un mandato. Con la dichiarazione della legge marziale, il comando militare nominato dal presidente è incaricato di supervisionare gli affari amministrativi e legali nello Stato e può adottare misure speciali in settori quali l’arresto, il sequestro, i media e le azioni collettive.
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