17.05.2025
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Politics

Forze dell’ordine, sì alla bodycam sulla divisa (ma niente numero identificativo per gli agenti). La polizia: «Strumento di trasparenza»


ROMA Il governo apre all’uso delle bodycam sulle divise degli agenti di polizia. Dal ddl sicurezza, all’esame nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, spunta infatti un emendamento della maggioranza per dotare gli agenti di polizia di una microtelecamera da apporre sulle divise. Una svolta «a tutela degli operatori delle forze di polizia, che mai si sottraggono e si sono sottratte a verità e trasparenza», fa sapere il sottosegretario agli Interni, il leghista Nicola Molteni.

La notizia riceve il plauso degli stessi agenti, favorevoli all’introduzione delle telecamere durante il servizio, ma non della sinistra, insoddisfatta per la bocciatura di alcune proposte emendative finalizzate a introdurre anche i numeri identificativi per gli agenti. Non solo: il Pd si scaglia contro l’esecutivo anche per la paternità della proposta. Secondo il responsabile sicurezza Pd, Matteo Mauri, tra i primi a presentare la necessità di introdurre le bodycam furono infatti proprio i dem.

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LE REAZIONI

Nel frattempo, ad accogliere con favore l’emendamento del governo ci sono gli agenti iscritti al Sap, il Sindacato autonomo di polizia. «È una nostra storica battaglia — ricorda il segretario generale, Stefano Paoloni — le bodycam sono un vero strumento di trasparenza nei riguardi del nostro agire e a tutela dei colleghi». Gli agenti «per primi» le chiedono «ormai da più di dieci anni. Auspichiamo che il Parlamento possa approvare la norma». Sulla necessità delle bodycam sono comunque tutti d’accordo, governo e opposizioni: le telecamere sulle divise degli agenti servono eccome. All’estero sono utilizzate da anni per i servizi a contatto aperto e diretto col pubblico, in Italia no. Se ne parla da anni, specialmente in occasione di fatti di cronaca che rinnovano l’esigenza di una videoregistrazione per le forze di polizia, ma fino a oggi in Italia non si è mai arrivati a una norma specifica. Secondo il Bureau of Justice Statistics, l’Istat americano specializzato nelle statistiche dei crimini, l’uso della bodycam non solo migliora la sicurezza degli agenti e la qualità delle prove acquisite ma riduce anche il numero di denunce civili. Un corretto uso delle bodycam giova pertanto sia alle forze dell’ordine, che percepiscono di poter lavorare in modo più protetto, che alla collettività, che si sente più tutelata.

PATERNITÀ DELLA PROPOSTA

Il dem Mauri contesta al governo il tentativo di intestarsi la proposta: «L’unico emendamento sulle bodycam che ancora deve essere votato è quello del Pd, di cui sono primo firmatario». La replica arriva da Augusta Montaruli, relatrice del Ddl sicurezza e vicecapogruppo FdI alla Camera. «Chi segue attentamente i lavori della prima commissione sa benissimo che non è vero quanto asserisce Mauri. Esistono infatti più emendamenti di maggioranza accantonati. Se vuole, per ora la sinistra può vantare solo il monopolio delle norme a favore di chi le forze dell’ordine solitamente le aggredisce».

AGLI ANTIPODI

Dove governo e opposizioni sono proprio agli antipodi è sui numeri identificativi per gli agenti. Per Molteni si tratta di uno strumento «pericoloso e dannoso, incentiva le denunce facili e strumentali a danno dell’operato delle nostre forze di polizia, che meritano riconoscenza e rispetto. I codici identificativi possono esporre i poliziotti a una situazione di maggior pericolo e rischio».

Della stessa opinione il Sap: l’identificazione «è uno strumento desueto, pericoloso e soprattutto voluto da chi ha un forte pregiudizio nei confronti delle forze dell’ordine e tenta di introdurre strumenti che mettano in discussione l’autorevolezza di chi veste una divisa». Per Devis Dori e Filiberto Zaratti, capigruppo dell’Alleanza Verdi-Sinistra nelle commissioni interessate, il no del governo ai codici identificativi dimostra «che la destra ha una visione unilaterale dell’ordine pubblico. Il parlamento europeo si è già espresso sulla necessità di adottarli. Dal governo una chiusura inaccettabile».

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