12.05.2025
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Economy

Florovivaismo in crescita, fatturato sopra i 3 miliardi


L’Italia agricola non esporta solo cibo e bontà da mangiare. Ma anche eccellenze da vedere, odorare, coltivare. Nel caso dei fiori eduli, in verità, anche da assaggiare come ingrediente in cucina. Fiori, piante, semi fanno del florovivaismo italiano un settore al vertice mondiale dell’export, secondo in Europa solo ai Paesi Bassi e nel mondo alla Colombia. Un patrimonio che nel 2023 ha sviluppato un giro d’affari di 3,1 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi frutto dell’esportazione: 780 milioni per piante ornamentali e vivaismo (esclusi gli alberi da frutto e arbusti, pari a 90 milioni), 300 milioni per piante in vaso, 170 milioni derivati da fogliame, rami, muschi, licheni, recisi, freschi o trattati e da 135 milioni dei fiori recisi. Nettamente positivo il saldo della bilancia commerciale, con i 27 Paesi dell’UE che costituiscono la principale destinazione dei prodotti italiani (80% circa).

LA SPINTA
Forte di questi risultati l’Italia è sede di due delle più importanti manifestazioni florovivaistiche a livello internazionali. In assenza quest’anno della genovese Euroflora (biennale, prossima edizione ad aprile-maggio 2025), è la volta di Flormart Green Italy, salone internazionale di florovivaismo, verde e paesaggio che si terrà a Padova dal 25 al 27 settembre. La conferenza stampa della 73esima edizione della fiera s’è svolta a Roma, con l’intento di rafforzare l’immagine e il ruolo del settore anche nell’ottica della rigenerazione urbana. Convinzione affermata dal sottosegretario all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra.

«Il governo – ha spiegato – col Ddl Florovivaismo approvato dalle Camere pochi mesi fa, si è dato l’obiettivo di aggiornare il quadro normativo, puntare sulla ricerca, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica, che tenga nel giusto conto la necessità di coniugare produzione e rispetto dell’ambiente». Di sensibilità ambientale e non solo di utilità ornamentale ed edonistico delle piante, parla anche Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma che da tre anni organizza l’evento di Padova. «Il florovivaismo italiano – dichiara Cellie – è un pilastro fondamentale per la rigenerazione urbana e del paesaggio. Inoltre, aver superato la soglia dei tre miliardi in termini di valore di produzione, significa annoverare per diritto il florovivaismo tra le risorse di primo livello in ambito nazionale».

LA STRADA
I già lusinghieri dati dell’export nel 2023 (1,2 miliardi con una ulteriore crescita del 4,5% nei primi quattro mesi di quest’anno) spingono l’Agenzia Ice a rafforzare l’impegno a sostegno della filiera. «Siamo il terzo esportatore mondiale di settore – afferma il presidente Matteo Zoppas – e addirittura primi in alcune segmenti». Così sorprende scoprire che «le produzioni tropicali, ad esempio, raggiungono con successo destinazioni come Dubai e il Marocco, attestando la capacità del settore italiano di soddisfare mercati diversificati».

SUCCESSO
Al Flomart di Padova sono attesi buyer e operatori da 41 diversi Paesi. Il mercato mondiale florovivaistico è del resto in continua espansione. A livello globale, secondo le stime Eurostat, il valore alla produzione di fiori e piante ornamentali (esclusi i vivai) è di 25 miliardi di euro, generati da 300 mila imprese. Numeri cui vanno sommati quelli del vivaismo: 28 miliardi di valore alla produzione (in Italia 1,68 miliardi di euro) e 61 mila imprese per un valore totale stimato del comparto globale di 53 miliardi di euro. Green e sostenibilità sono le parole d’ordine. Perfino in Costituzione, vista la modifica fatta nel 2022 dell’art.9 che ora non si limita ad affermare che «la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica», ma «tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni».

Carlo Ottaviano

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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