06.07.2025
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Politics

Fitto: niente deroghe al Pnrr e sui dazi serve una sintesi. Lollobrigida: aspettiamo i fatti


GLI INTERVENTI

dalla nostra inviata

MANDURIA Uno arriva all’inizio, l’altro in chiusura. Seguono entrambi, Raffaele Fitto e Francesco Lollobrigida, due dei dossier più attenzionati dalle parti di Palazzo Chigi: il Pnrr e i dazi. A parlare del primo è soprattutto Fitto, per la prima volta a Manduria nei panni di vicepresidente della Commissione europea. Anche se nella sua Puglia per il Forum in masseria – la kermesse organizzata da Bruno Vespa e Comin & partners — per tutti è ancora solo «Raffaele». Uno sciame di presenti gli si fa incontro: chi gli stringe la mano, chi lo invita ad eventi in zona. Quasi tutti gli chiedono un selfie e lui accetta di buon grado. Ma guai a parlare di politica interna. Qualche auspicio per le prossime elezioni regionali? «Non me ne posso occupare». Due punti stampa, e in mezzo un lungo colloquio con il padrone di casa, Bruno Vespa. Predomina il Piano di ripresa e resilienza. «L’Italia con l’approvazione della settima rata e il raggiungimento degli obiettivi dell’ottava si colloca in modo assolutamente positivo», dice Fitto, guardando anche al prossimo step: quello di una «ulteriore, eventuale revisione che il governo valuterà con la Commissione europea per completare e migliorare gli aspetti delle ultime due rate». Su un punto, però, il commissario alle riforme e coesione non sembra concedere margini di trattativa: per il «Pnrr il termine è agosto del 2026, su questo non si può dare alcuna deroga, soprattutto perché questo prevederebbe la modifica di tre regolamenti, l’approvazione da parte di tutti gli stati membri all’unanimità e la ratifica di numerosi parlamenti nazionali». C’è però un’exit strategy, o meglio, delle possibilità contenute nella comunicazione congiunta messa a punto proprio da Fitto e Valdis Dombrovskis, il commissario all’Economia: «Una di queste – spiega Fitto — è la possibilità di collocare fuori dal Pnrr dentro la politica di coesione con diverse scadenze i progetti che dovessero avere dei problemi alla scadenza dell’agosto del 2026, ma anche altri utili strumenti che mettiamo in campo con i quali poter aiutare gli stati membri a completare e a rispettare i termini». Quando alla «complessa» trattativa in essere sui dazi, l’ex ministro non mette freno alla provvidenza: «C’è una scadenza che è il 9 luglio. Potenzialmente può essere oggetto di una intesa e al tempo stesso può essere anche oggetto di una proroga». L’idea che sembra convincere Fitto è che «ci sia un interesse reciproco per un punto di sintesi perché eventuali dazi non creerebbero un problema solamente all’Ue ma anche agli Usa».

DAZI

Ma il nodo dazi, preoccupa eccome la filiera agricola, dopo la minaccia ventilata di un incremento al 17% sui prodotti agricoli. «Chiaro che se fossero anche solo in parte veritiere, questo ci metterebbe in difficoltà» dice al Messaggero Ettore Prandini, presidente della Coldiretti che pure condivide l’auspicio che l’Europa non cada «nel tranello di rispondere alle provocazioni». Cautela che sposa il ministro dell’Agricoltura, che arriva a Manduria nel tardo pomeriggio: «Le minacce di dazi? Non commentiamo gli annunci, commentiamo i fatti», dice Lollobrigida, che pure garantisce continuità nel lavoro di relazione con gli States che rappresentano un alleato strategico dell’Ue». E cita la sua recente visita a Washinghton, la prima realizzata da un ministro dell’Agricoltura: «Ho avuto modo di ragionare con una delle persone che fa le trattative per gli Stati Uniti e ho visto che loro prendono molto più seriamente un atteggiamento europeo più costruttivo» rispetto a quello in cui «si gridava alla guerra commerciale». Quindi dazi zero? Il ministro «non ci spera», ma assicura che «l’Italia troverà i modi per correre ai ripari».

Valentina Pigliautile

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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