Camps: spiace per persone private della libertà
«Il dispiacere è soprattutto per le persone, che come abbiamo detto dal primo minuto, sono state private della loro libertà. Aspettiamo le motivazioni dei giudici, per valutare se appellare la sentenza come speriamo anche la Procura della Repubblica. Con questo processo, che è unico nella storia italiana ed europea, abbiamo voluto restituire dignità alle 147 persone trattenute a bordo e private della loro libertà per 20 giorni». Così Oscar Camps, fondatore della Ong Open arms dopo la sentenza di assoluzione di Matteo Salvini a Palermo
Salvini: sono felice, difendere la Patria non è reato
«Sono felice: dopo tre anni ha vinto la Lega, ha vinto l’Italia, Difendere la Patria non è un reato ma un diritto. Andrò avanti ancora più determinato di prima». Così Matteo Salvini dopo la sentenza del processo Open Arms.
Tajani: c’è un giudice a Palermo
«C’è un giudice a Palermo! Un abbraccio a Matteo Salvini». È il tweet del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani subito dopo l’assoluzione di Salvini.
Open Arms: applausi in Aula da banchi maggioranza per Salvini
Applausi dai banchi del centrodestra, con cori «Matteo, Matteo», nell’Aula della Camera dopo la notizia dell’assoluzione di Matteo Salvini. L’Aula sta lavorando sulla manovra. «Va bene colleghi, andiamo avanti. Andiamo avanti, è il caso di dire», ha detto il vicepresidente Giorgio Mulè dopo una brevissima pausa durante gli applausi
Valditara: Salvini assolto è grande giorno per l’Italia
«È un grande giorno per l’Italia». Così il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, ascoltando la sentenza di assoluzione di Matteo Salvini al processo Open Arms.
Salvini abbraccia fidanzata in lacrime, Bongiorno commossa
Stringe i pugni nel segno di vittoria, abbraccia chi gli capita. Matteo Salvini si guarda intorno, cerca Francesca Verdini. Lei è in lacrime, lo raggiunge: e si lasciano andare in un lungo abbraccio. L’avvocato Giulia Bongiorno è commossa. «Siete stati tutti bravi», dice Salvini.
Open Arms, Matteo Salvini assolto
Il tribunale di Palermo ha assolto il leader della Lega Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio al processo per la vicenda della nave della ong spagnola Open Arms. Secondo l’accusa, il vicepremier e ministro dei Trasporti, ad agosto del 2019, quando ricopriva la carica di ministro dell’Interno, avrebbe impedito illegittimamente all’equipaggio dell’imbarcazione catalana di far sbarcare a Lampedusa 147 migranti soccorsi in mare.
Arrivati in aula bunker dirigenti Lega Sicilia
Sono arrivati nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, dove è attesa la sentenza del processo Open Arms a carico di Matteo Salvini, i deputati della Lega all’Assemblea regionale Siciliana. Con loro anche l’assessore Mimmo Turano, nella squadra di governo di Renato Schifani. Ci sono Vincenzo Figuccia, Luca Sammartino, Salvo Geraci, Pippo Laccoto.
Procuratore de Lucia arrivato in aula bunker, tra poco la sentenza
Il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia è appena arrivato all’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo per assistere alla sentenza del processo Open Arms che sarà emessa a breve: con de Lucia anche il procuratore aggiunto Marzia Sabella e i pm Geri Ferrara e Giorgia Righi.
Salvini torna al bunker, sentenza dopo le 19
Matteo Salvini e l’avvocata Giulia Bongiorno sono appena tornati all’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo in attesa della sentenza del processo Open Arms. Secondo quanto si apprende i giudici usciranno dalla Camera di consiglio non prima delle 19.30.
Piantedosi: sentenza Open Arms non influirà sul Governo
La sentenza sul caso Open Arms non influirà «in alcun modo sul governo». Se ne dice convinto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi all’uscita dal Comune di Caivano (Napoli) dove ha preso parte a una riunione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. «Nella maniera più assoluta — ha ribadito il ministro ai cronisti — non so quale sarà ma non influirà sul governo».
La lunga giornata in attesa del verdetto
Salvini tornerà in tribunale intorno alle 18 per assistere alla sentenza dei giudici del processo Open Arms, dove è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio e per il quale il Pm ha chiesto la condanna a 6 anni. La trascorso la giornata con la fidanzata Francesca Verdini a Palermo.
Casarini (Mediterranea Saving Humans): carcere inutile, meglio 15 giorni di lavoro sociale su nave ong
«Assolto no, e dalla storia meno che meno. Ma neanche condannato a inutile carcere, che mai vedrebbe nemmeno da lontano, e userebbe per fare il martire, come da manuale del vittimismo destrorso. Quindici giorni di lavoro sociale a bordo di una nave del soccorso in mare sarebbe la cosa migliore». Così Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans, nel giorno in cui è attesa la sentenza del processo Open Arms che vede imputato il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Dopo le brevi repliche della Procura e della difesa i giudici si sono ritirati in camera di consiglio. Il verdetto dovrebbe arrivare non prima delle 18.
La dedica di Francesca Verdini a Salvini
«Sei la persona più buona e coraggiosa che io abbia mai incontrato. Sei leale al punto da essere sempre pronto a rimetterci, perché non te ne frega niente di rimetterci. Tu hai capito qualcosa di più profondo della vita, e ti sono così grata per avermene dato accesso». Francesca Verdini posta su Instagram una dichiarazione d’amore per Matteo Salvini, suo compagno di vita, nell’attesa della sentenza del processo Open Arms che si sta celebrando nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo.
Salvini lascia aula bunker con la compagna Francesca Verdini
Il vicepremier Matteo Salvini ha appena lasciato l’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo in compagnia della fidanzata, Francesca Verdini. Il ministro tornerà per le 18, l’orario di massima indicato dal Presidente del collegio Roberto Murgia.
La difesa: «Open Arms ha volontariamente scelto di non fare sbarcare i migranti»
«Se penso alle parole del pm mi viene da pensare ai mosaici del Duomo di Monreale, è una illuminazione meravigliosa. Ma attenzione, se illuminiamo un solo dettaglio non si vede il resto. Si oscura, si perde di vista il senso generale. Il pm nella replica ha omesso totalmente di replicare a dei fatti gravissimi che ho evidenziato in sede di arringa. E mi stupisce non avere sentito una parola dalle parti civili». Così l’avvocata Giulia Bongiorno nelle controrepliche al processo Open Arms. «Il pm dimentica che l’accordo di redistribuzione di cui parlò l’ex premier Conte, citato dalla Procura nelle repliche, non era perfezionato, «mancando l’esatto numero dei migranti di cui gli Stati si sarebbero dovuti assumere la responsabilità», dice. E alla fine ha chiesto l’assoluzione per Matteo Salvini. «Open Arms ha volontariamente scelto di non fare sbarcare i migranti dalla nave, avendone più possibilità». Conclude il suo intervento all’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo.
Ministro Valditara tra il pubblico al bunker
C’è anche il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, tra il pubblico nella saletta dell’aula bunker del carcere Pagliarelli dove a breve comincerà l’udienza del processo Open Arms, con Matteo Salvini imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito lo sbarco di 147 migranti a Lampedusa e per il quale il pm ha chiesto la condanna a 6 anni. «Sono qui perché sono amico di Matteo Salvini per dargli la mia vicinanza e la mia solidarietà in questo momento», dice Valditara all’ANSA.
Sentenza non prima delle 18
Dopo le repliche del pm e le contro repliche della difesa di Matteo Salvini, i giudici del processo Open Arms sono entrati in camera di consiglio per emettere la sentenza.
Il presidente della Corte Roberto Murgia ha detto che i giudici non usciranno dalla camera di consiglio prima delle 18.
La procuratrice aggiunta Sabella: «Fu sequestro di persona»
«I migranti soccorsi dalla Open Arms non avevano diritto di scendere perché malati, ma perché uomini liberi. Infatti a Salvini si contesta il reato di sequestro di persona, non di lesioni. Il problema è la libertà non la salute», ha detto nel corso di brevi repliche la procuratrice aggiunta Marzia Sabella, pubblica accusa al processo.
«Se una nave da crociera ben può costituire un comodo e pur divertente Pos temporaneo — ha aggiunto — i crocieristi a bordo che si trovano a non poter sbarcare in assenza di valide ragioni sono indubbiamente vittime di sequestro di persona».
«Lo sbarco dei minori competeva al ministro dell’Interno, non alla Prefettura come sostiene la difesa. E i minori avevano diritto a sbarcare secondo la normativa Sar», ha proseguito la pm.
«È scorretto inoltre, come fa la difesa, attribuire la giurisdizione alla Spagna, Stato di bandiera della Open Arms — ha continuato il magistrato -. La legge prevede, infatti, che la giurisdizione è del Paese nelle cui acque si trova l’imbarcazione: in questo caso l’Italia». Sabella ha smentito che ragioni di sicurezza nazionale giustificassero il no allo sbarco. La difesa del leader leghista ha chiesto una breve sospensione per le contro-repliche.
La versione di Salvini
«L’indicazione del Pos (place of safety) spettava alla Spagna o a Malta (e non certo all’Italia) e il comandante della nave ha deliberatamente rifiutato il Pos indicato successivamente da Madrid, perdendo tempo prezioso al solo scopo di far sbarcare gli immigrati in Sicilia come già aveva fatto nel marzo 2018 ricavandone un processo per violenza privata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono alcuni aspetti del processo Open Arms che coinvolge l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.
La ONG Open Arms parte dal porto di Siracusa il 29 luglio 2019 e cambia rotta, anziché dirigersi a Lampedusa come aveva annunciato alle autorità. Il primo agosto, al largo delle coste libiche, Open Arms intercetta un barcone lasciando il sospetto di aver ricevuto qualche informazione da persone a bordo.
I primi Paesi contattati e informati da Open Arms dopo le operazioni di salvataggio erano stati la Spagna (Paese di bandiera della nave) e Malta (zona più vicina al punto dei salvataggi). L’Italia non aveva alcuna competenza e alcun obbligo con riferimento a tutti i salvataggi effettuati dalla nave spagnola Open Arms in quanto avvenuti del tutto al di fuori di aree di sua pertinenza.
A dimostrarlo, lo scambio di corrispondenza tra La Valletta e Madrid nei primi giorni dell’agosto 2019 a proposito del Pos: c’è un reciproco palleggio di responsabilità ma non viene mai citata Roma.
Open Arms ha chiesto il Pos all’Italia la sera del 2 agosto ma, secondo la difesa di Salvini, non può ricadere sullo Stato italiano l’onere di una risposta di competenza di altri Stati. Open Arms poteva dirigersi verso altri Paesi che avevano l’obbligo di accoglierla. Il primo agosto il decreto firmato da ministero dell’Interno, Difesa e Infrastrutture impediva alla Open Arms ingresso, sosta e transito e nulla cambiava il provvedimento del Tar del 14 agosto: non si può confondere l’ingresso in acque territoriali, a fini di sicurezza e navigazione e di assistenza alle persone bisognevoli, con il diritto allo sbarco e all’attracco.
Lo confermano gli stessi legali di Open Arms che il 19 agosto chiedono una integrazione al precedente decreto cautelare del Tar per consentire approdo e sbarco.
Il comandante, dopo il primo salvataggio effettuato in zona Sar libica il primo agosto con 55 persone portate a bordo, ne ha accolte altre 69 il 2 agosto: doveva immediatamente dirigersi verso Spagna, Malta o Tunisia. Invece, il comandante ha deliberatamente scelto l’Italia quale luogo di attracco e sbarco.
Ha rifiutato uno sbarco di un gruppo di migranti offerto da Malta, che poi accuserà Open Arms di “bighellonare” per il Mediterraneo.
Non solo. Ha detto no anche al Pos concesso dalla Spagna il 18 agosto e addirittura rifiutato l’assistenza offerta dalla Capitaneria di Porto italiana che si era detta disponibile ad accompagnare la nave verso la Spagna, prendendo a bordo alcuni immigrati. In più, la stessa Spagna aveva inviato verso Lampedusa l’unità Audaz per dare assistenza alla Open Arms (18 agosto). È quindi paradossale affermare che, per il solo fatto di essere entrata in acque italiane senza aver ottenuto il Pos, possa configurarsi il reato di sequestro di persona.
Si precisa, inoltre, che le persone a bordo sono state costantemente accudite e curate e che sono state fatte sbarcare tutte le persone con comprovate necessità mediche (scelta, peraltro, che non competeva al Viminale)».
Aula bunker affollata di giornalisti
Aula bunker affollata di giornalisti per il processo Open Arms, c’è attesa per la sentenza che dovrebbe arrivare alla fine dell’udienza di oggi. Matteo Salvini, per il quale il pm ha chiesto la condanna a 6 anni per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, è seduto accanto al suo avvocato Giulia Bongiorno, nei banchi a sinistra dei giudici. Folla anche nella saletta riservata al pubblico.
Salvini arrivato in aula: sono tranquillo
«Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto, ho mantenuto le promesse fatte, ho contrastato l’immigrazione di massa. Qualunque sia la sentenza per me oggi è una bella giornata perché sono fiero di avere difeso il mio Paese. Rifarei e rifarò tutto quello che ho fatto e sono felice delle dimostrazioni di affetto che tantissimi italiani mi stanno portando. Entro in aula orgoglioso del mio lavoro. Non mollerò assolutamente». Così Matteo Salvini prima di entrare nell’aula bunker del carcere Pagliarelli per l’udienza del processo Open Arms, dove è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.
Le parole di Salvini alla vigilia della sentenza
«Se mi dichiareranno innocente sarò felice per i miei figli e perchè ho fatto il mio lavoro. Se mi dichiareranno colpevole sarò felice lo stesso, non mi pento assolutamente di nulla, ho difeso da immigrati clandestini e trafficanti il mio Paese», le parole di Salvini in una diretta social alla vigilia della sentenza. «Sarebbe un problema per l’Italia e gli italiani, con un ministro che bloccava gli sbarchi condannato immaginate voi trafficanti, scafisti e delinquenti dove verrebbero e porterebbero questi disperati», aggiunge.
«Chi non rischia, chi non va oltre l’ostacolo, non va da nessuna parte. Io, da 51enne, comunque vada sarò orgoglioso di quello che ho fatto. «Se mi assolvono ho fatto il mio dovere e bye bye sinistra. In caso di condanna ricorreremo in appello, la riterrei una profonda ingiustizia e un danno non a me ma al Paese», spiega.
«Paura zero, mi sento come la canzone di Venditti ‘Notte prima degli esami’, mi sento orgoglioso e felice di quello che ho fatto. E’ la sentenza di primo grado, poi c’è l’appello e la Cassazione. Tolgo qualche gioia a chi mi augura il male, se mi condannano farò ricorso e continuerò a fare il mio lavoro», prosegue.
Di cosa è accusato Salvini
Il leader della Lega è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, per avere impedito nell’agosto del 2019, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti a bordo della ong spagnola Open Arms. Lo scorso 14 settembre l’accusa ha chiesto la condanna di Salvini. Il 18 ottobre, invece, parola alla difesa che ha chiesto l’assoluzione del ministro, atteso oggi a Palermo.
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