A luglio la bilancia commerciale sorride all’Italia. Vola l’export made in Italy, soprattutto grazie alle vendite negli Stati Uniti. La scure dei dazi sembra aver portato in anticipo gli ordini nella prima parte dell’anno. L’Istat stima a luglio una crescita delle esportazioni dell’1,2% rispetto al mese precedente, mentre le importazioni sono aumentate a livello dello 0,7%.
Lo scatto in avanti dell’export su base mensile si deve alle maggiori vendite verso l’area extra Ue (+2,4%). Stazionario a luglio l’export verso i Paesi dell’Unione. Su base annua, invece, l’export è aumentato del 7,3% in valore e del 6,9% in volume. E per catturare lo sguardo, come detto, sono le vendite verso gli Usa che, sempre a luglio, hanno raggiunto una crescita annua del 24,1%. Ma anche l’export verso il Sudest asiatico ha fatto registrare una crescita significativa su base annua (+37,4%). Nei primi sette mesi del 2025 l’Italia ha esportato beni per 384,2 miliardi di euro.
«Siamo particolarmente soddisfatti nel vedere aumentare le nostre esportazioni verso i Paesi extra Ue, al centro del Piano d’azione per l’export che abbiamo lanciato a marzo», ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Insomma, in un contesto in continua evoluzione come quello attuale, caratterizzato da un quadro geopolitico e macroeconomico complesso, le imprese tricolori, grazie al valore del Made in Italy, si stanno dimostrando resilienti. «L’obiettivo – ha aggiunto il ministro degli Esteri – è di arrivare a 700 miliardi di export all’anno entro la fine del 2027». Oggi l’asticella si ferma a 623,5 miliardi di euro.
I dazi di Trump verso l’Ue, in vigore da inizio agosto, rischiano però di mandare all’aria i piani della Farnesina. Tra i prodotti colpiti dalle tariffe del tycoon ci sono i prodotti farmaceutici, le cui maggiori vendite negli Stati Uniti spiegano per 2,3 punti percentuali la crescita tendenziale dell’export registrata a luglio. La crescita tendenziale dell’export in valore, segnala sempre l’Istat, è più sostenuta per i mercati extra Ue (+9,9%) rispetto a quelli Ue (+4,8%). L’importazione, invece, registra un incremento anno su anno del 6,1% in valore, mentre in volume le importazioni crescono a luglio dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2024. Risultato: il saldo commerciale è pari a 7,9 miliardi di euro, contro i 6,8 miliardi del luglio del 2024. Il deficit energetico (-4,1 miliardi) è inferiore rispetto a un anno fa (-4,8 miliardi).
Ma quali sono i settori che hanno contribuito di più al successo dell’export? Le vendite di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi, sono aumentate del 45,6% su base annua. Bene anche le vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+28,5%), di metalli di base e prodotti in metallo (+7%) e di prodotti alimentari, bevande e tabacco (+6,1%). Si riducono, su base annua, le esportazioni di autoveicoli (-5,3%) e di apparecchi elettrici (-3,8%). La settimana scorsa l’Istat aveva diffuso i dati aggiornati sulle vendite all’estero delle varie regioni.
L’ANDAMENTO
Nei primi sei mesi del 2025 il Lazio è stata la regione che ha registrato l’incremento su base annua più marcato dell’export in valore (+17,4%). Il Centro ha visto l’esportazione aumentare nel periodo del 10,7%. Ma Nord e Sud sono in difficoltà. L’andamento dell’export nazionale, che nei primi sette mesi del 2025 ha segnato una crescita tendenziale del 2,9%, è sostenuto perciò da dinamiche territoriali differenziate.
Ancora l’Istat: «La dinamica tendenziale dell’export è positiva nei primi sette mesi dell’anno grazie alle vendite di un numero ristretto di settori». Determinante la performance del pharma: le vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici sono salite del 37,2% tra gennaio e luglio.
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