Ex Ilva, ultima chiamata. Il ministro Adolfo Urso ha convocato per l’8 luglio al Mimit, con inizio alle 9.30 e senza limiti di orario, tutte le amministrazioni chiamate a sottoscrivere l’Accordo di Programma per la decarbonizzazione degli impianti. Sarà una maratona istituzionale, propedeutica alla conferenza dei servizi in calendario il 10 luglio, che dovrà ridefinire l’Aia: l’Autorizzazione Integrata Ambientale, crocevia tra continuità produttiva e sostenibilità.
MI DISTINGUO
La firma, tuttavia, non è scontata. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha tracciato una linea netta: «Sì all’accordo, ma alle nostre condizioni: il rigassificatore, se ci sarà, dovrà essere sicuro e lontano dal porto, come accade a Ravenna. E sul desalinizzatore serve chiarezza: la salamoia in mare non è una soluzione accettabile». Emiliano chiede inoltre misure concrete: dalla deroga per nuove assunzioni nella sanità pugliese, alla trasformazione dell’ospedale SS. Annunziata in un Irccs sulle malattie da inquinamento, fino a garanzie per la gestione degli esuberi.
La posizione della Regione, che dovrà essere condivisa da Provincia e Comuni, è il cuore di un negoziato che vede lo spettro del blocco totale della produzione aleggiare sull’intero sistema siderurgico nazionale. In agenda c’è anche l’appuntamento di domani al Ministero del Lavoro, dove si discuterà della Cigs per oltre 4 mila lavoratori, di cui 3.500 a Taranto. «Quella dell’ex Ilva è una situazione drammatica, rischiamo una bomba sociale vera e propria», avverte Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl. Per questo i sindacati puntano su un’intesa rapida ma solida.
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