BRUXELLES Parte dai verdi la maratona di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo, alla ricerca dei voti che, nello scrutinio segreto di Strasburgo (con ogni probabilità il 18 luglio), le consentano di blindare la riconferma per un bis al vertice della Commissione Ue. Ieri, a Bruxelles, la numero uno dell’esecutivo Ue ha avuto un incontro con i rappresentanti della formazione ecologista che nell’emiciclo vanta 54 seggi: un cuscinetto pregiato per assicurarsi un atterraggio morbido in caso di franchi tiratori nei ranghi dell’alleanza a tre teste che la sostiene: popolari, socialisti e liberali insieme hanno 399 eurodeputati, appena 38 in più della maggioranza assoluta di 361 necessaria per l’approvazione.
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Ma, appunto, le ribellioni vanno messe in conto, e proprio i verdi, lasciando i banchi dell’opposizione, potrebbero soccorrere von der Leyen. Alle loro condizioni, naturalmente. A cominciare dal paletto più fermo: l’ingresso nella coalizione dovrà farsi in una condizione di parità con gli altri partner esistenti; e senza che siano attivate in parallelo possibilità di dialogo con le forze della destra radicale. «Abbiamo avuto un incontro molto costruttivo nel quale abbiamo discusso della possibilità di una maggioranza stabile e democratica all’Eurocamera — ha detto al termine dell’incontro il co-capogruppo ecologista Bas Eickhout -. Come verdi, non saremo parte di una maggioranza che negozia o fa affidamento sull’estrema destra, incluso Ecr», cioè il gruppo dei conservatori e riformisti dove siedono i 24 eletti di Fratelli d’Italia, allo stato delle cose terza formazione d’Aula con 83 eletti (sempre che i polacchi del PiS, con i loro 20 eurodeputati, non decidano di abbandonare la nave e salpare verso i lidi “patriottici” inaugurati da Viktor Orbán). «L’Ue necessita di una maggioranza stabile che assicuri il proseguimento del Green Deal e che l’industria europea sia leader nella transizione verde», ha aggiunto l’altra co-capogruppo Terry Reintke, che in precedenza aveva evocato anche impegni della nuova leadership su risorse finanziarie ulteriori per sostenere la conversione “green”.
LE “CONSULTAZIONI”
Von der Leyen non ha fatto preclusioni, e dal suo entourage hanno già assicurato che, nelle settimane che la separano dal passaggio parlamentare, parlerà con tutti: non solo gruppi, ma pure singoli eurodeputati o partiti nazionali. A frenare da subito su una eventuale apertura ai verdi, tuttavia, dall’interno della coalizione, è stato il capodelegazione di Forza Italia Fulvio Martusciello: «Siamo certi che l’incontro non produrrà nessun allargamento della maggioranza»; anzi, «rischia semmai di restringere ancor di più la coperta. Abbiamo detto a più riprese, nel gruppo del Ppe, che c’è totale incompatibilità politica e programmatica con i verdi». Nei giorni scorsi, il vicepremier Antonio Tajani aveva avvertito che FI potrebbe finire per non votare a favore di von der Leyen in caso di ingresso degli ecologisti.
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