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Emilia-Romagna, tra dieci giorni si chiudono le liste elettorali. Cosa succederà dopo l’ultimatum di Conte su Italia Viva?


La palla resta in mano al solo Partito democratico: dopo il veto del Movimento 5 Stelle ai renziani «Non sono disponibile ad affiancare il simbolo del M5S a quello di Renzi», aveva detto negli scorsi giorni Giuseppe Conte, ora i democratici si dividono tra chi vuole dentro il leader di Iv e chi il pentastellato. Ma il tempo che resta per decidere è poco: tra due settimane, il 16 ottobre, devono essere chiuse le liste elettorali. 

Il centrosinistra è davvero «pronto a governare»? Cosa unisce e divide il campo largo

Le elezioni

Le elezioni in Emilia-Romagna sono previste per il 17 e 18 novembre. In lizza per la presidenza ci sono Michele de Pascale, attuale sindaco di Ravenna e candidato del centrosinistra, ed Elena Ugolini per il centrodestra. Il veto imposto da Giuseppe Conte contro Italia Viva ha creato tensioni all’interno della coalizione di centrosinistra, simili a quelle già viste in Liguria, dove il leader del Movimento 5 Stelle aveva obbligato il Pd a escludere il partito di Matteo Renzi dal campo larghissimo, proprio alla vigilia della chiusura delle liste. Decisione che, inevitabilmente, aveva suscitato il malcontento di Renzi. Ora la situazione si ripete: «Non accetteremo né il simbolo di Italia Viva in coalizione, né la presenza di suoi esponenti nella lista civica di de Pascale», ha dichiarato Gabriele Lanzi, coordinatore regionale del M5S insieme a Marco Croatti. «Se vogliono, possono candidarsi con un’altra lista civica, ma gli accordi con de Pascale erano chiari». Tuttavia, Italia Viva non arretra: «Il simbolo di Italia Viva sarà sulla scheda elettorale, accanto a quello di de Pascale», ha ribadito Raffaella Paita, coordinatrice di IV. L’unica concessione per Iv, per il M5s, sarebbe quella di presentare qualche nome, ma senza logo.

Le reazioni: i riformisti del Pd

Gli animi dei democratici ribollono: ma la posizione dei riformisti è lampante: «Parliamoci chiaro: in Emilia-Romagna, Iv è stata al governo con noi, negli ultimi cinque anni. Qualcuno ha visto un problema politico? No. I Cinque stelle, viceversa, erano all’opposizione, per scelta loro — ha commentato l’ex governatore Stefano Bonaccini sul Corriere della Sera — Peraltro, riconosco, un’opposizione costruttiva, che consente oggi di fare un passo avanti e allargare a tutte le forze del centrosinistra, compresi M5s, l’alleanza con cui Michele de Pascale si presenterà alle regionali del 17 e 18 di novembre. Bene, spero che a nessuno venga in mente di porre veti e pregiudiziali personali, perché sarebbero inaccettabili, visto che in Emilia-Romagna con alleanze larghe abbiamo appena stravinto in 20 su 22 città sopra i 40mila abitanti, risultato storico». Si accoda l’europarlamentare Elisabetta Gualmini: «Ora tutto il Pd alzi la testa contro l’ennesima mossa trasformistica dell’avvocato camaleonte che ha deciso di tornare a strizzare l’occhio a destra su immigrazione e Rai». Chiede apertura al dialogo tra le due parti «offese», invece, Andrea De Maria, deputato bolognese: «Auspico che nella nostra regione tutte le forze politiche, che hanno già condiviso una alleanza larga ed aperta al civismo a sostegno di Michele de Pascale, ascoltino le sue sagge parole. Il futuro dell’Emilia Romagna deve essere la priorità. Non si disperda un lavoro prezioso , non improvvisato e che rappresenta un patrimonio comune».

Cosa aspettarsi?

Il rischio che il campo largo salti in questa corsa per le elezioni in Emilia-Romagna è più che concreto e l’ipotesi coalizione è praticamente franata. In ogni caso, le previsioni indicano che il candidato del centrosinistra potrebbe vincere anche senza l’appoggio di M5S e Italia Viva. «Credo che Conte stia gestendo in modo nervoso questo passaggio del M5s, ma il punto è strutturale: il centrodestra ha un suo schema fisso, mentre il centrosinistra no. Serve una cabina di regia per gestire queste fibrillazioni», ha dichiarato Andrea Orlando, il candidato dem alla presidenza in Liguria. Il futuro resta nelle mani del Pd e della segrearia del partito: chi tenere nell’allenaza? Renzi o Conte?

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