06.06.2025
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Elisa Spadavecchia uccisa dalla ruspa a Cervia, Lerry Gnoli senza patente da 3 anni. Ma lui si difende: «Potevo lavorare»


Lerry Gnoli, il 54enne indagato per l’omicidio colposo di Elisa Spadavecchia, morta in spiaggia ieri mattina a Pinarella di Cervia travolta da una ruspa, aveva un profilo social su TikTok dove pubblicava spesso video dei lavori fatti proprio con ruspe sulla sabbia, l’attività della sua azienda imprenditoriale. Colonna sonora, in un caso, anche un discorso della premier Giorgia Meloni. L’ultimo filmato anche non molto prima dell’incidente letale.

Elisa Spadavecchia, la ruspa e Lerry Gnoli

 

Gnoli è indagato per omicidio colposo. L’ha investita con il suo trattore. Ma contesta — in un’intervista al Quotidiano Nazionale — le accuse sul lavoro abusivo: «Io potevo lavorare. Sono pieno di carte che lo dicono». L’uomo — scrive il Corriere della Sera — era «senza patente da 3 anni».

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La spiaggia aveva bisogno di manutenzione per una mareggiata del 16 maggio. E il sindaco dice che i lavori non erano autorizzati: «Non è vero. Mi avevano visto tutti che ero lì, anche i giorni prima. Il bagnino quella mattina mi aveva visto. Ho l’autorizzazione per operare valida fino al 31 maggio dalle 7 alle 19, e segue i regolamenti di Regione e Capitaneria». E sulla guida della ruspa con patente ritirata: «Sì, non serve la patente di guida: basta l’abilitazione per operare sui macchinari, che io ho. Le conseguenze di quell’incidente sono finite, io sono libero, e non ho la patente per motivi burocratici, non legati a quell’episodio. Sono state dette delle falsità, come che in quell’incidente nel 2022 io ero positivo agli stupefacenti: non è vero. La mia famiglia soffre per queste bugie».

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Ma Repubblica parla del precedente del 2 marzo 2022, quando Lerry ha investito e ucciso Giuseppe Guercioli davanti a una chiesa. «Perché andava forte», dice la nipote del morto Caterina Fedi. All’epoca, scrive il quotidiano, fu trovato positivo alla cocaina. E intanto la sua patente è revocata. Il sindaco di Cervia ha spiegato che quelli erano «lavori abusivi», mentre la Cooperativa dei balneari di Cervia ha negato che Gnoli fosse lì per loro.

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