16.05.2025
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Politics

Elezioni Usa, per chi tifa davvero il governo italiano? I rapporti tra Meloni e Biden e l’effetto Trump sulla Nato


Per chi tifa davvero il governo italiano? Democratici o Repubblicani? è di ieri sera la notizia del ritiro del presidente degli Stati Uniti Joe Biden dalla corsa verso le elezioni presidenziali, previste il per il 9 novembre 2024. Una notizia che arriva dopo settimane di preoccupazioni, legate alla sua stabilità fisica e psicologica: prima, il disastroso dibattito del 27 giugno contro l’avversario Donald Trump, durante il quale Biden  aveva più volte perso il discorso e ripetuto frasi disconnesse. Poi, la figuraccia davanti ai leder Nato, quando ha confuso Zelensky per Putin.  E per dare l’ultimo colpo di grazia, il covid. 

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In attesa che il Capo di Stato Usa si pronunci in un discorso ufficiale, intanto ci sono da riscrivere tutti gli equilibri geopolitici. Ma il governo di Giorgia Meloni, in realtà, chi vorrebbe vedere seduto nello Studio Ovale della Casa Bianca? Una probabile Kamala Harris oppure il Tycoon?

Meloni l’atlantista e Joe Biden

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è espressa più volte su questo tema e ha sempre detto di aver lavorato bene al fianco del presidente Biden. I buoni rapporti tra i due sono stati onfermati alcuni mesi fa anche dal portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, il quale aveva dichiarato che il presidente «Biden si è trovato molto bene a lavorare con Meloni», sottolineando che il feeling è cementato, «da una sola parola, Russia». E’ proprio la postura italiana sull’Ucraina, tenuta fin da principio e senza cedimenti, ad avere alimentato questo ampio credito con l’alleato, nonostante l’appartenenza a opposte famiglie politiche dei due leader. Sia Biden che Meloni hanno sostenuto fermamente l’Ucraina contro l’aggressione russa, promuovendo sanzioni contro il Cremlino e fornendo assistenza militare ed economica a Kiev. L’uscita di scena di Biden potrebbe, quindi,  mettere a dura prova la linea politica europea e italiana, sollevando questioni cruciali sul futuro della Nato.

L’elezione di Trump: le conseguenze

Donald Trump, d’altra parte, ha espresso più volte la sua scarsa volontà di investire economicamente nell’alleanza atlantica. Non si fa fatica ad ammettere che la vittoria di Trump potrebbe diventare per noi italiani un problema. Qualche dubbio arriva anche dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che in un’intervista per La Stampa ha dichiarato che: «Per quanto riguarda i possibili risvolti dell’elezione di Donald Trump alla presidenza Usa», c’è da considerare la possibilità di «cambiamento della posizione americana» riguardo alla guerra in Ucraina. «Credo — dice Crosetto — che Trump cambierà la linea, cercherà di ottenere la pace riprendendo un dialogo personale con Putin per chiudere in fretta e questo può essere un problema». Per il ministro della Difesa «sono importanti le regole con cui gli Stati devono confrontarsi. Se il diritto internazionale viene messo da parte, prevale il diritto del più forte. Vale per l’Ucraina come per Israele. Di fronte a dei territori occupati con i carri armati non si può chiudere la guerra cristallizzando i confini per archiviare rapidamente il problema. Sarebbe una via facile per trovare la pace, ma la giustizia è un’altra cosa. E con Trump non cambierebbe solo questo». 

Salvini e i rapporti stretti con Trump

Ma nella maggioranza c’è anche chi difende a spada tratta il candidato repubblicano. Come Matteo Salvini, che senza troppi giri di parole ha detto negli scorsi giorni: «spero che vinca Trump. Io non ho mai nascosto la mia simpatia umana e la mia sintonia culturale e quindi sto seguendo una campagna elettorale appassionante». «Un’amministrazione repubblicana o a guida Trump avrebbe mano più ferma per riportare al dialogo le parti in conflitto, sia Russia-Ucraina che Israele e Palestina»  ha spiegato il leader dela Lega.

«Un paese amico»

«Noi dobbiamo guardare con grande serenità agli Usa, un grande Paese amico — ha dichiarato, invece, ieri Tajani al Tg1 — chiunque sarà il prossimo presidente noi ci lavoreremo bene, sia Trump, sia Harris. Stiamo ancora lavorando bene con l’amministrazione Biden» e «avevamo lavorato bene con quella di Trump». Il ritiro di Joe Biden è «una notizia che era nell’aria da qualche giorno».

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