ROMA Dal Nazareno non chiamano soltanto i consiglieri regionali della Campania (e lo fa Elly Schlein personalmente, per dire loro: «Se votate la norma a favore del terzo mandato a De Luca in Campania, siete fuori dal partito»). Fanno di più nel quartier generale del Pd: oltre raccomandare ai proconsoli della segreteria in quella regione, Ruotolo, Sarracino e il commissario campano Misiani, di tenere duro contro il governatore-sceriffo, si fanno mandare il quadro della situazione amministrativa in Campania e la trovano — De Luca naturalmente dice il contrario, anzi: «Stiamo per annunciare grandi novità sul taglio delle liste d’attesa negli ospedali» — assai negativa su sanità, trasporti e tutto il resto. Don Vincenzo? Bocciato! E se lui, come ormai è certissimo, si candida alle regionali del 2025 da solo contro la sinistra e contro la destra? «Arriva terzo», assicurano — ma davvero sarà così? — nell’entourage di Elly. Mentre il centrodestra, con Fulvio Martusciello, capodelegazione degli eurodeputati di Forza Italia e il favorito alla vittoria secondo i sondaggi del centrodestra, vedendo il marasma a sinistra propone le elezioni anticipate: «Se la proposta avanzata da De Luca di creare le condizioni giuridiche per la sua ricandidatura non dovesse ottenere il via libera, riteniamo che sia più corretto per tutti evitare che la legislatura si prolunghi fino a ottobre 2025 in un clima che non gioverebbe alla politica». E si voti insomma nella primavera 2025.
Il fatto è che De Luca martedì in consiglio regionale vuole far votare la norma che elimina l’elezione diretta del governatore e che dia così la possibilità di una sua terza ricandidatura. «Non esiste proprio», è l’avvertimento di Schlein ai rappresentanti del Pd in consiglio. E’ andata così. «Elly Schlein ti sta chiamando. Accetta la videochiamata…». Sì, sullo schermo dei telefonini di ognuno dei componenti del gruppo consiliare è apparso il volto di Elly. Mentre loro erano riuniti, la segretaria è comparsa sul touch screen per dirgli: «Cari amici, potete anche votare la leggina di De Luca sul terzo mandato, ma tanto non sarà lui il candidato del Pd». Peccato che i consiglieri del Pd sono per lo più disposti a disubbidirle, pur di non scontentare il loro presidente.
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PIANGE IL TELEFONO
La telefonata è durata a lungo. Molti consiglieri regionali dem sono suscettibili di cedere alle sirene della sfida per il terzo mandato e di votare sì alla proposta di legge del deluchiano Sommese (tra questi Gennaro Oliviero, che è il presidente del consiglio regionale). Schlein ha ribadito loro che il Nazareno è deciso a mantenere la posizione nazionale, quella che ha riguardato anche Michele Emiliano e Stefano Bonaccini. Insomma che non intende derogare al limite dei due mandati. Ha indorato la pillola con giudizi positivi sulla esperienza della giunta De Luca e con enunciazioni di disponibilità al dialogo su vari temi, ma non sulla ipotesi della ricandidatura. I consiglieri dem regionali stanno dunque vivendo ore complicate, perché sono presi tra due fuochi. Quello dell’obbedienza al Nazareno e quello della fedeltà a un presidente che li ha sempre condizionati moltissimo, in questi anni, e al quale tanti tra essi devono l’ingresso in consiglio regionale.
Al Nazareno assicurano: quella di De Luca è una norma che «fa acqua da tutte le parti» e sarebbe «illegittima». E sarà bocciata a colpi di ricorsi, insomma «si sta dando la zappa sui piedi il governatore». Ma lui è deciso comunque a vendere cara la pelle, forte di un consenso popolare che non gli è mai mancato e di un pragmatismo che a suo dire ha portato efficienza e sviluppo — per certi aspetti è così — alla regione. In ogni caso, De Luca è una grana non da poco per Schlein. Collegatissima a un altra: chi mettere alla presidenza dell’Anci, cioè dei sindaci italiani? Conte vuole mandarci Manfredi, il sindaco di Napoli, così il Pd non lo candida presidente della Campania e per quella carica viene messo in campo l’eterna riserva M5S, cioè Roberto Fico. O un altro stellato: l’ex ministro Costa. Un contiano candidato alla guida della Campania, nel disegno di Schlein, sarebbe il modo per tenere M5S — sempre più insofferente rispetto all’alleanza — legato al Pd. Il problemaccio è se si slega De Luca.
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