Lo sciopero generale nazionale di oggi durerà tutto il giorno. Ma nel settore dei trasporti solo quattro ore. Si fermeranno dalle 9 alle 13 bus, metro, tram, treni locali e navi. Dalle 10 alle 14 gli aerei. Già esclusi, invece, i treni nazionali, vista la protesta avvenuta lo scorso weekend. Ieri il Tar del Lazio ha respinto il ricorso d’urgenza promosso da due sindacati autonomi (Cub e Sgb) per provare a sospendere la precettazione nei trasporti decisa dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. E il vicepremier ha espresso soddisfazione, rivendicando di aver «difeso il diritto alla mobilità degli italiani».
Per il resto la protesta di oggi, promossa da Cgil, Uil e alcune sigle autonome contro la legge di Bilancio (senza la Cisl), iniziata alle 21 di ieri, continuerà fino alle 21 di oggi. Riguarda tutti i settori pubblici e privati: dai metalmeccanici in fabbrica al commercio, dalla scuola alla sanità, dalla giustizia alle poste. I lavoratori si fermeranno in tutta Italia per tutto il loro turno di lavoro, per un massimo di otto ore. Ci saranno manifestazioni in 50 città. Un anno fa lo stesso tipo di sciopero, secondo i sindacati, coinvolse il 42% dei lavoratori. Tornando ai trasporti, l’altro ricorso, quello sul merito della precettazione promosso da Cgil e Uil, deve essere ancora valutato dal Tar e la sentenza arriverà nei prossimi giorni, ma in ogni caso non si farà in tempo a impedire lo stop ridotto, che era stato invocato anche dal Garante per gli scioperi.
LO SCONTRO
Un’eventuale vittoria dei sindacati sarebbe quindi solo “giuridica e politica”. Se invece oggi i lavoratori dei trasporti andassero oltre le quattro ore di protesta, potrebbero incorrere in multe e sanzioni salate. «In 25 mesi di governo — aveva tuonato l’altroieri Salvini — 1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati: 38 al mese, di cui 518 proclamati e 374 effettuati a livello nazionale, più di uno sciopero al giorno. Spesso si tratta di proteste prima o durante il weekend». «Esiste — ha aggiunto — il diritto allo sciopero per i sindacalisti, ma anche quello alla mobilità, alla salute e al lavoro della stragrande maggioranza degli italiani: evitiamo loro un altro venerdì di caos». Per Cgil e Uil, però, Salvini avrebbe negato la mediazione per arrivare allo strappo.
«Il ministro abbia rispetto del diritto di sciopero», ha ripetuto ieri il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che ha replicato anche sul ricorso. «Il Tar non si è ancora espresso su quello presentato da noi: Salvini la butta in caciara», ha detto ospite a La7, mentre viene mostrata l’immagine con il volto di Maurizio Landini, pubblicata sui social dal ministero dei Trasporti. Il segretario della Cgil e quello della Uil si preparano a scendere in piazza per chiedere di cambiare la manovra, aumentando i salari e le pensioni e finanziando di più la sanità, la scuola e i servizi pubblici. Nei trasporti, poi, il focus (anche secondo le sigle autonome) è su «precarietà, sfruttamento, licenziamenti, poca sicurezza e salari troppo bassi». Il Garante per gli scioperi, ente guidato dalla giurista Paola Bellocchi, ha difeso il proprio intervento a favore della precettazione, dicendo di «aver applicato la legge». «Noi — ha spiegato Bellocchi — applichiamo solo le regole di legge, gli scioperi devono essere distanziati tra loro e c’è una delibera che vieta la concentrazione nel settore dei trasporti: Cgil e Uil non si sono adeguate». La numero uno del Garante ha quindi sottolineato che la giornata del 29 novembre «era già stata prenotata da un altro sciopero generale proclamato da due confederazioni sindacali di base, Sgb e Cub, prima di quello di Cgil e Uil: c’era la possibilità di scegliere una data alternativa».
LE PRESENZE
Oggi, intanto, sarà presente al corteo di protesta a Roma la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ritiene la precettazione «una lesione del diritto costituzionale di sciopero». Con lei i vertici di Avs. Per Elisabetta Piccolotti «con gli scioperi a oltranza negli Stati Uniti e in Germania i lavoratori hanno ottenuto i necessari aumenti salariali». Saranno presenti anche alcuni esponenti M5s, che sottolineano come «sette milioni di lavoratori hanno il contratto scaduto: scioperare, anche vista una manovra che taglia sulla sanità, è legittimo». Per Luigi Sbarra, segretario della Cisl, la protesta è invece «populista, dal sapore politico e partitico: un grande errore che pesa sui lavoratori, perché: crea disagio ai cittadini, infuoca inutilmente le relazioni industriali e allontana il mondo del lavoro dai sindacati». La manovra, secondo Sbarra, «presenta tanti elementi che sono coerenti con quanto abbiamo rivendicato come Cisl».
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