La prospettiva per i dipendenti pubblici è quasi unica. Potrai firmare il terzo contratto di lavoro, con i conseguenti aumenti, in tre anni. Dopo il blocco dello scorso decennio, durato quasi due lustri, non è poco. Il ministro per la Pa Zangrillo ha già firmato la “direttiva madre” che mette sul piatto quasi 10 miliardi di euro per questa tornata contrattuale. Partiamo Funzioni dalle centrali, il comparto che per primo vedrà iniziare la trattativa per il contratto che copre il triennio che va dal 2025 al 2027. L’Aran, l’agenzia che tratta i rinnovi del pubblico impiego per il governo, convocherà i sindacati dei dipendenti ministeriali a inizio dicembre. Il nuovo accordo vale 158 euro di aumento lordo mensile. Poi, subito dopo, a gennaio dovrebbe iniziare anche la trattativa per il rinnovo del contratto della Sanità (si attende solo l’atto di indirizzo delle Regioni).
In questo caso gli aumenti previsti sono di 184 euro lordi al mese. Poi, a seguire, toccherà a enti locali e scuola: per questi due comparti è stata appena sottoscritta l’ipotesi di intesa per i rinnovi legati al precedente triennio, quello del 2022-2024, che adesso attendono solo il via libera della Ragioneria generale e della Corte dei Conti. Venerdì scorso il Collegio di indirizzo e controllo dell’Aran ha approvato l’accertamento della rappresentatività sindacale per il triennio 2025-2027, relativa ai comparti e alle aree dirigenziali individuati dal Contratto collettivo nazionale quadro sottoscritto lo scorso 28 ottobre. «Con l’accertamento della rappresentatività abbiamo tutti gli elementi per avviare la tornata contrattuale relativa al triennio 2025-2027», ha annunciato il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. La prima trattativa partirà nel mese di dicembre e sarà quella delle Funzioni centrali, il cui atto di indirizzo è stato già pronto.
LE RISORSE
Grazie alle risorse messe a disposizione dal governo, il nuovo contratto delle Funzioni centrali determinerà, più nel dettaglio, aumenti medi mensili di 52 euro lordi nel 2025, di 105 euro nel 2026 e di 158 euro nel 2027. Questi 158 euro di incremento, sommati ai 165 euro in più in busta paga grazie al contratto 2022-2024, porteranno a un aumento delle retribuzioni in sei anni superiore in media a 320 euro. L’accordo del comparto Funzioni centrali per il 2019-2022, sottoscritto quattro anni fa, quando a Palazzo Vidoni sedeva ancora Renato Brunetta, aveva garantito invece fino a 177 euro di incremento. Insomma, nel complesso, secondo le stime dell’Aran, gli aumenti per i ministeriali (che hanno ottenuto fondi aggiuntivi anche sul salario accessorio e sulle indennità di amministrazione) sarebbero in linea con l’inflazione degli ultimi anni, capaci di garantire il recupero del potere di acquisto dei lavoratori pubblici così come chiesto dai sindacati. Nella Sanità i rinnovi ravvicinati dei contratti collettivi di lavoro del vecchio triennio e di quello in corso valgono un aumento complessivo di 356 euro lordi al mese (172 euro per il 2022-2024 e 184 euro per il 2025-2027). Per i dipendenti comunali ci sono invece risorse sufficienti a garantire un aumento degli stipendi di 150 euro al mese in media nel 2027. Che, sommati ai 140 del 2022-2024, fanno 290 euro.
GLI INSEGNANTI
Il nuovo contratto del comparto Istruzione e Ricerca determinerà aumenti compresi tra 104 e 229 euro lordi al mese per tredici mensilità all’anno. Nel dettaglio, il contratto degli enti locali che sarà negoziato a partire dal prossimo anno promette un aumento di 45 euro lordi per tredici mensilità dal primo gennaio 2025, che diventano 92,2 dal primo gennaio 2026, per poi salire a 142,2 dal primo gennaio 2027 e arrivare infine a 150 euro dal 31 dicembre 2027. Per Istruzione e Ricerca si va da 104 euro in più al mese per il personale Ata del settore scuola, ai 142,80 euro in più dei docenti sempre della scuola, fino ai 229 euro in più per i ricercatori. Grazie ai due rinnovi i docenti della scuola otterranno in 6 anni un aumento di 293 euro lordi al mese in totale, ha calcolato l’Aran. Il rinnovo dei contratti in vigenza ha assunto carattere prioritario anche per i sindacati. Resta da vedere come si posizionerà ai prossimi tavoli la Cgil, che ha detto no a tutti i rinnovi del 2022-2024 perché riteneva insufficienti gli aumenti proposti dal governo. La Cgil nei giorni scorsi si è opposta anche al rinnovo del contratto dei dirigenti locali, che interessa 13mila lavoratori e che porterà nelle buste paga dei dipendenti di Comuni e Regioni 444 euro in più al mese. L’area dirigenziale della Sanità conta invece 137 mila dirigenti medici, sanitari, veterinari e delle professioni sanitarie. Il loro contratto potrebbe essere rinnovato già domani pomeriggio.
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