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ecco le nuove date del Festival 2026


Sanremo è sempre Sanremo ma il prossimo Sanremo non avrà la solita collocazione temporale di Sanremo. Il festival slitterà alla fine di febbraio perché nel classico periodo Ariston ci saranno le Olimpiadi invernali Milano-Cortina e la Rai punta su questo evento cruciale anche ai fini degli incassi pubblicitari. Sanremo dal 24 al 28 febbraio, mentre le Olimpiadi la seconda e terza settimana di quel mese che «sarà un mese da leoni», dicono a via Asiago.

Quanto invece ai nuovi palinsesti, se ne è occupato ieri il Cda guidato dall’amministratore delegato Giampaolo Rossi, ma per ora soltanto a livello di massima. Nel senso che si sono delineate le griglie e non ancora i programmi – la presentazione sarà a Napoli il 27 luglio – per l’autunno-inverno a cui i direttori di genere stanno lavorando. Qualche sorpresa la si può anticipare, però. Come il ritorno di Elisa Isoardi. Sostituirà con un nuovo programma il sabato pomeriggio «Le stagioni dell’amore» condotto da Mara Venier. Che manterrà, sempre su Rai1, «Domenica in» ma con un cast più allargato. Il sabato o la domenica, Nunzia De Girolamo sbarcherà nel Day Time di Rai1. Quanto a Rai3, «Petrolio» di Duilio Giammaria non ci sarà in autunno ma solo nell’autunno-primavera 2026. Mentre restano «Giletti, «Report», «Presa diretta».

I veri dolori, nella riorganizzazione dei programmi, riguardano la terza serata. La delibera approvata ieri all’unanimità dice che verranno tagliate le terze serate perché troppo costose e poco soddisfacenti in termini di ascolto. Questo significa che Gigi Marzullo, per parlare del più famoso, esce dalla notte. Per motivi di bilancio, la Rai adotta il modello Canale 5, ovvero film di repertorio e vecchi programmi in terza serata. Il fatto è che la legge di bilancio ha imposto alla Rai circa 25 milioni di tagli tra il 2025 e il 2026 e si è deciso di tagliare in alcuni settori, quello notturno soprattutto. Nelle altre fasce, su tutte le reti, la razionalizzazione e la dieta significheranno la riduzione del numero delle puntate di diverse trasmissioni.

POLTRONE

Quanto alle nomine, ieri il Cda ha varato queste. Nicola Rao alla Direzione di Radio 1 e Giornale Radio dove sostituirà Francesco Pionati, che dal 15 luglio andrà in pensione. Giovanni Alibrandi, già vice agli Approfondimenti, va in quota Lega alla direzione di Radio 2, al posto di Simona Sala. Per la quale l’ad Rossi si è impegnato ad individuare «una soluzione coerente con il suo profilo professionale». Sostituirà magari Andrea Montanari, avviato alla pensione, a Radio 3, ma intanto Roberto Natale pritesta in Cda: «Via Sala senza motivo». E ancora: alla Comunicazione, al posto di Rao, Fabrizio Casinelli e come responsabile dell’Ufficio Stampa, al posto di Casinelli, Incoronata Boccia. Flavio Mucciante alla guida della scuola di giornalismo di Perugia.

Intanto alla Rai si fa festa per gli ascolti. Perché nel periodo primo gennaio–31 maggio 2025, il servizio pubblico conferma la propria leadership nel prime time e nell’intera giornata (39 per cento e 37,2 per cento di share). In particolare, come indicano i dati diffusi ieri, Rai 1 cresce nel prime time e nell’intera giornata di +1,6 e +0,8 punti percentuali rispetto al 2024. Nel periodo gennaio–maggio 2025, Rai 1 realizza in prime time il miglior risultato di share degli ultimi 21 anni e cresce di 1,6 punti rispetto al 2024, attestandosi su uno share medio del 24,9 per cento. Nell’intero giorno, Rai 1 ottiene il miglior risultato di share degli ultimi 15 anni e cresce di 0,8 punti rispetto al 2024, con uno share medio del 20,1 per cento. Super-soddisfatto l’ad Rossi: «Sono numeri che testimoniano il decisivo cambio di passo già iniziato nel 2024, frutto di un grande lavoro di squadra, e rappresentano una chiave di lettura stimolante sull’evoluzione della tivvù generalista in Italia».

Per quanto riguarda l’informazione, a maggio l’edizione delle 20.00 del Tg1 è cresciuta di 1,5 punti rispetto al 2024 attestandosi su un valore del 25,5 per cento. Anche il Tg1 delle 13.30 che si conferma primo Tg di quella fascia oraria. E il record di «Stasera tutto è possibile», su Rai 2, e quello di «Affari Tuoi», e Benigni, e Sanremo…

«Questa Rai che pure continua nella sua trasformazione industriale verso una moderna Digital Media Company — incalza Rossi — aumenta la sua capacità di costruire immaginario e dimostra di essere sempre più punto di riferimento per il pubblico e motore per l’intera industria dell’audiovisivo italiano». Ora si tratta di far funzionare i nuovi palinsesti, e in Rai sono tutti arciconvinti che funzioneranno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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