04.09.2025
12 Street, Rome City, Italy
Economy

ecco il piano casa (anche per le giovani coppie)


La casa è la nuova emergenza nazionale. E non riguarda solo le giovani coppie. Secondo un recentissimo rapporto dell’Ance, l’associazione dei costruttori, in Italia ci sono 10 milioni di famiglie con un reddito disponibile fino a 24 mila euro per le quali comprare o affittare una casa nelle grandi città è diventato economicamente insostenibile. Dovrebbero impiegare la metà, se non oltre, del proprio reddito. I prezzi altissimi che hanno raggiunto le abitazioni in centri come Milano, Firenze, Napoli e la stessa Roma, costituiscono ormai un ostacolo alla mobilità sociale. I lavoratori non sono più disposti a trasferirsi nelle grandi aree urbane. «Dove c’è il lavoro non c’è la casa, dove c’è la casa non c’è il lavoro», da tempo va ripetendo la presidente dell’Ance Federica Brancaccio. Anche Confindustria ha presentato al governo un suo piano in sei punti, che prevede semplificazioni edilizie, partenariato pubblico e privato, coinvolgimento dei risparmiatori e delle casse previdenziali nei progetti di sviluppo e rigenerazione urbana. Tutto per fare in modo che si possa arrivare ad avere un’offerta di case a prezzi accessibili.

Le risposte

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini da qualche mese ha aperto un tavolo insieme a tutti i soggetti privati ​​e pubblici per provare a dare una risposta. Qualcosa in realtà, si è già mosso. Vieni nel caso del turismo. Nel decreto “Economia” approvato in consiglio dei ministri a fine giugno, è stata introdotta una misura con una dote di 120 milioni per fornire alloggi con affitti calmierati ai lavoratori stagionali. Ciò che più è interessante è il meccanismo studiato.

Il meccanismo

I fondi potranno essere usati per ristrutturare e rendere energeticamente efficienti edifici privati. Ma chi riceve i soldi pubblici, dovrà impegnarsi a rendere disponibili gli appartamenti per i lavoratori del turismo per almeno un quinquennio a prezzi calmierati, con uno sconto del 30 per cento sui canoni di mercato. Non è escluso insomma, che lo stesso meccanismo possa essere replicato per le giovani coppie, accanto a una proroga e rafforzamento degli incentivi già esistenti sui mutui per gli under 36, il bonus affitto fino a 5 mila euro dei datori di lavoro o gli sgravi fiscali sui canoni per i redditi più bassi. Aiuti agli affitti servirebbero allo stesso Stato che ha un problema enorme a riempire gli organici soprattutto nelle Regioni del Nord. Anche in questo caso i costi elevati delle abitazioni scoraggiano il trasferimento di dipendenti nella classica rotta da Sud verso Nord. Tanto che, sempre nell’ambito del tavolo per il piano casa, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ha chiesto a Salvini che fossero riservati dei fondi ad hoc per il personale Ata in modo da facilitare le assunzioni e i trasferimenti verso i centri urbani maggiori.

Il nodo risorse

Paradossalmente, in un contesto di conti pubblici da tenere in equilibrio, il Piano casa potrebbe non avere grosse difficoltà a trovare risorse. E puri ingenti. A fare un calcolo delle somme potenzialmente a disposizione è stata, ancora una volta, l’Ance. Si parte dalla riprogrammazione dei fondi del Pnrr, alla quale sta lavorando il ministro Tommaso Foti. Una fetta dei soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno spostati da progetti difficilmente realizzabili da qui a metà del prossimo anno, quando il Pnrr andrà a scadenza, su obiettivi più a portata di mano. Da questa riprogrammazione potrebbero arrivare 1,5 miliardi per il Piano casa. Poi c’è la riprogrammazione e anche dei fondi strutturali del 2021-2027, 9 miliardi in tutto, 2,5 dei quali andranno destinati alle priorità strategiche individuate dalla Ue, e tra queste c’è la casa “accessibile”. Altri sei miliardi, poi, potrebbero arrivare dal nuovo Bilancio Ue, quello che copre il periodo che va dal 2028 al 2034. E poi ci sono i soldi del fondo sociale per il clima, utilizzabili proprio per aumentare l’efficienza energetica degli edifici (ma anche per sostegni temporanei al reddito), dal quale si potrebbero attingere altri 3 miliardi. Infine c’è il Fondo investimenti e sviluppo infrastrutturale dal quale, sempre secondo Ance, si potrebbero ricavare altri 2 miliardi. Con queste cifre si riuscirebbe a mettere mano a un Piano casa da 15 miliardi di euro. Una cifra adeguata per rispondere all’emergenza. Ma le risorse non sono l’unico punto. Al tavolo del ministero si è discusso molto anche di semplificazioni e di riforma del testo unico dell’edilizia. I lavori vanno accelerati, i cambi di destinazione d’uso resi più agevoli. E questo anche per mettere in campo gli immobili pubblici, la cui valorizzazione è considerata un’altra delle gambe del progetto a cui lavora il governo.


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