I dazi di Donald Trump si abbattono sulle borse dell’Europa e degli Stati Uniti. L’annuncio del presidente statunitense di dazi al 50% in vigore dal primo giugno sulle importazioni europee ha fatto girare in negativo i listini del vecchio continente e portato Wall Street in rosso all’avvio delle contrattazioni. Piazza Affari è stata tra le piazze a risentire maggiormente il colpo nell’attesa, quando chiuderanno i mercati, della telefonata tra il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, con uno dei due capi negoziatori statunitensi, l’ambasciatore Jamieson Greer.
La nuova incertezza arriva nel pieno della moratoria sull’attivazione della tariffe reciproche concessa dal Washington ai partner commerciali.
Una tregua di 90 giorni che scadrà idealmente l’8 luglio prossimo, durante la quale restano in vigore dazi al 10%. Volontà di Trump è quella di riequilibrare il disavanzo commerciale con i partner. Quello nei confronti della Ue ammonta a 198,2 miliardi, differenza tra 531,6 miliardi in beni europei esportati negli Usa e 333,4 miliardi spediti nel vecchio Continente. In questo quadro l’Italia pesa per un surplus di circa 35 miliardi, il terzo più ampio tra i Paesi dell’Eurozona.
Dazi, Trump all’Europa: «Tariffe al 50% dal primo giugno. Trattative con loro non portano a nulla». Giù le Borse: Milano -3%
I comparti più esposti a Trump
L’Italia è più esposta sui prodotti finiti (19% delle sue esportazioni, contro l’11% europeo) e nell’alimentare (11% contro il 5%). L’impatto dei dazi sarà dunque diverso a seconda dei prodotti che saranno più colpiti, notava a inizio aprile l’Ispi.
Per l’Italia, le esportazioni di macchinari e veicoli verso gli Stati Uniti valgono quasi 24 miliardi di euro. Di questi, poco meno di un terzo vengono da macchinari industriali e un sesto dalle automobili. Un grosso peso dell’export del Made in Italy verso gli Stati Uniti è rappresentato dalle bevande (alcoliche e non alcoliche). Importanti anche i settori dei cereali, dei prodotti caseari e delle uova. L’alimentare copre complessivamente il 12%.
Secondo una recente analisi dell’Istat sui settori produttivi più esposti alla politica commerciale statunitense, comparti tipici del Made in Italy come la moda e il mobilio subirebbero una contrazione minore rispetto ad altri settori, ma pur sempre attorno al 2 o 3%. Il mondo del tessile e della moda viene tuttavia da un anno complicato. Lo scorso anno l’interscambio di tessile-abbigliamento dall’Italia agli Stati Uniti è stato pari a 2,8 miliardi di euro, in flessione dello 0,7% rispetto al 2023.
I farmaci
Nelle scorse settimane Trump aveva inoltre annunciato l’imposizione di dazi anche sui prodotti farmaceutici, inizialmente esentati. Secondo le stime di Farmindustria, l ’applicazione di dazi al 25% sui farmaci tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi potrebbe avere un impatto enorme sull’industria farmaceutica globale, con 76,6 miliardi di dollari di costi per le aziende, di cui 2,5 miliardi a carico delle imprese che operano in Italia.
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