22.07.2025
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«È unico nella testa, governa il suo gioco. Noi altoatesini siamo educati così»


In questi ultimi giorni il web è sempre più pieno di commenti su Jannik Sinner, fresco della vittoria a Wimbledon. Tantissimi gli elogi per il numero uno del mondo, se pur qualche critica da parte dei più invidiosi continui ad esserci. In questo caso si è accodata ai commenti positivi anche la campionessa dei tuffi Tania Cagnotto che ha raccontato della speciale amicizia con Jannik Sinner, nell’intervista rilasciata a La Stampa. Dal legame con la figlia Maya ai ricordi olimpici ma anche dettagli sull’aspetto umano dell’altoatesino che spesso non tutti afferrano nell’immediato.


L’altoatesina (nativa di Bolzano), che condivide con Sinner le origini sudtirolesi, offre uno spaccato di normalità dell’azzurro che raramente si intravede nella vita dei grandi campioni e che in pochi conoscono. Tania parte proprio dalla descrizione delle qualità umane di Jannik, prima ancora che analizzare le sue imprese sportive. 

Tania Cagnotto elogia Sinner 

«Strano pensare che sia passato a casa nostra, che si sia tolto le scarpe e messo tranquillo sul divano», racconta Tania Cagnotto. «Jannik è un ragazzo così semplice e carino che non ti fa pesare nullaCosa ha di così speciale? La testa. Governa il suo gioco, amministra le proprie risorse, non si sente mai perduto perché spenderebbe energie inutili nella preoccupazione. Le converte sulla ricerca della soluzione. Io l’ho visto sempre fare tutto nel modo giusto: parlare, muoversi, rispondere, comportarsi».

Sulla questione della territorialità altoatesina e dell’italianità di Sinner, La campionessa Tania Cagnotto ha risposto così: «Una cosa vera c’è, solo che poi viene spesso male interpretata: la vicinanza tedesca, quel dato che abbiamo, ci rende ligi al lavoro. Sono caratteristiche di fondo che si mescolano a mille altre cose e non siamo fatti con lo stampino. Più che altro, siamo un mix di culture e come sempre succede i mix migliorano. O possono migliorare».

La tuffatrice ha poi parlato della gestione di Jannik, in relazione ai rapporti con il proprio staff e le persone che lo circondano: «Lui ci tiene tantissimo a proteggere quel che resta del suo privato. È l’aspetto più difficile. Sinner sa che non avrà più la quotidianità di prima: la legittima reazione è chiudersi.  Non credo abbia a che fare con il posto dove siamo nati, a quel livello si tende a stringere il cerchio. Rischi grosso se ti circondi di persone sbagliate e forse metti in dubbio tutti».

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