Myrta Merlino sente di aver vinto la sua sfida. Una sfida non semplice, che l’ha cambiata. Dopo dodici anni di La 7, la sua prima stagione nel pomeriggio di Canale 5 non è stata semplice. Ma è convinta di avercela fatta. «A quell’ora, davanti alla tv, c’è la pancia del Paese, c’è un pubblico che vuole ritrovare i propri desideri, le paure, i problemi, i sogni. Venivo da un mondo legato alla politica e ho capito tante cose che i politici, spesso, ignorano». Un mondo nuovo anche per lei.
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«E’ stata dura»
Al settimanale Chi, mentre si riposa sull’Isola di Pantelleria, ripete: «È stata dura, in un mondo lontano da me, con molti nemici, ma ho tenuto la barra dritta.
Sono una giornalista e ho voluto raccontare le notizie mettendomi dalla parte di chi mi segue. È stato uno sforzo riconosciuto e questa è la base per la prossima stagione». A Pomeriggio 5 «ho scoperto aspetti di me che non conoscevo. Mi sono lasciata guidare dal cuore, mettendomi in gioco, e ho avuto la conferma che tante persone avevano bisogno di quella testimonianza per trovare il coraggio di affrontare il medesimo percorso».
L’amore con Marco Tardelli
Capitalo Amore. Parlando a Chi di Chiara Ferragni, Myrta Merlino preferisce non dare consigli. «Giudizi in amore non ne do: sono stata sposata due volte, ho avuto tre figli da due uomini diversi e sto con un uomo che, a propria volta, ha alle spalle due relazioni importanti con due figli». Poi al settimanale diretto da Alfonso Signorini parla anche del suo compagno, l’ex calciatore Marco Tardelli. Un uomo affascinante ma «se lo chiedi a lui ti dice che non vuole vedere le sue foto da ragazzo, perché era più bello. A Roma ho messo in casa una sua foto meravigliosa e lui mi dice sempre: “Perché mi devi ricordare come ero?”. Io lo trovo un bellissimo uomo della sua età e mi piace la sua maturità, mi trasmette serenità, sicurezza. È un uomo risolto che, nella vita, ha avuto molto e, per questo, è sereno, in pace con se stesso, cose che non avrei trovato nel Marco dei 30 anni e che ho trovato nel Marco dei 60. Facendo un lavoro nevrotico c’è sempre tensione e avere un uomo che mi trasmette solidità, che è la mia roccia, mi fa stare bene».
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