«Chiuderemo l’anno con 3 miliardi di fatturato e auspichiamo di chiudere con un Ebit positivo, ora siamo a quota 40 milioni, dimostrando con i fatti di essere una azienda competitiva e profittevole. Abbiamo mantenuto salda la cloche anche nei momenti più difficili, facendo bene i compiti a casa in vista dell’alleanza con Lufthansa». Antonino Turicchi, presidente di Ita Airways, va subito al punto. Con orgoglio rivendica il lavoro svolto, lo sforzo di tutti i dipendenti durante questi lunghi mesi di trattative che, visto anche l’ultimo scoglio superato, lo stop, poi rientrato, dei tedeschi, avrebbero potuto far perdere la rotta.
Ita-Lufthansa, intesa in extremis: il piano per le nozze inviato alla Ue. «I tedeschi hanno rinunciato allo sconto sul prezzo»
Presidente siamo fuori dalle turbolenze e pronti per il matrimonio con Lufthansa?
«In molti scommettevano sul fatto che l’azienda, alla luce della lunga trattativa, delle richieste di Bruxelles, della complessità dell’operazione, non avesse la capacità di ottenere i risultati che abbiamo realizzato, in un mercato molto competitivo come quello italiano».
Invece?
«L’azienda si è impegnata, al 31 ottobre abbiamo registrato un Ebit positivo per 40 milioni, migliore di 110 milioni rispetto allo stesso periodo del 2023, Ebitda positivo per 309 milioni, con un miglioramento di 213 milioni rispetto a ottobre 2023, una cassa di oltre 550 milioni, dopo investimenti per 325 milioni, senza poter contare sulle sinergie con partner commerciali, guadagnando quote di mercato proprio nel settore domestico e aumentando la capacità di circa il 30% senza intaccare la profittabilità delle rotte».
Proprio sulla linea del traguardo stava però per saltare tutto, da Francoforte volevano uno sconto sul prezzo?
«Non entro nella questione. Ma i numeri testimoniano che da maggio del 2023, quando è stata firmata l’intesa con i tedeschi, ad oggi, Ita è cresciuta, ha aumentato il suo valore, il management ha fatto squadra. Abbiamo una flotta di 100 aerei, la più giovane d’Europa, 5 mila dipendenti, 55 destinazioni di cui 15 intercontinentali e i conti in ordine. Non ho mai immaginato che l’operazione non andasse in porto, molti però pensavano che non saremmo riusciti a sopravvivere. Li abbiamo smentiti, siamo stati più forti dell’incertezza generata da questa interminabile trattativa, siamo riusciti a crescere anche senza l’apporto dell’alleanza internazionale nella quale eravamo inseriti, ma che dovevamo lasciare per via dell’accordo in via di definizione con Lufthansa, meritandoci il ruolo di compagnia di bandiera».
Per cui nel 2025 potreste anche fare nuove assunzioni?
«Se il trend del mercato, come crediamo sarà ancora positivo, perché no. Puntando sul lungo raggio e anche grazie alla nuova alleanza internazionale, Star Alliance, nella quale vogliamo entrare al più presto e in cui avremo tra i partner, oltre a Lufthansa, anche vettori nordamericani quali United e Air Canada, gli organici potranno aumentare rivedendo il piano industriale al rialzo se la crescita del mercato che auspichiamo per il 2025 si dovesse effettivamente realizzare. Del resto anche questa stagione, quella invernale che di solito la più difficile per le compagnie aeree, sta andando molto bene e ci darà una forte spinta».
Cosa manca adesso per le nozze? I remedies richiesti dalla DigComp con le concessioni alle compagnie concorrenti sono stati inviati a Bruxelles?
«Manca la firma della Commissione».
Che sta incontrando qualche difficoltà con la nuova composizione.
«Auspichiamo un’approvazione rapida della Commissione uscente, altri scenari non voglio nemmeno immaginarli».
È dal 2022 che questa alleanza è in ballo…
«Appunto. Non vedo altri ostacoli. E noi ci presentiamo avendo dimostrato di essere competitivi in un mercato agguerrito e con un hub, il nostro hub di Fiumicino, che rappresenta un grande asset e che registrerà quest’anno oltre 50 milioni di passeggeri, un vero record».
Quali saranno i vantaggi concreti per i passeggeri con le nozze che a gennaio celebrerete?
«Più rotte e voli da Fiumicino, grazie al network del gruppo Lufthansa, che consentiranno a Roma di essere ancora più al centro del mercato, delle interconnessioni. E poi servizi ad hoc e facilitazioni grazie ai programmi fedeltà. Sviluppo nel lungo raggio ma anche sul domestico. Insomma, crescita e qualità dei voli, erodendo fette di mercato ai concorrenti, comprese le low cost. Inoltre, anche grazie al Giubileo, il mercato italiano sarà davvero centrale, molto più di quello tedesco in termini di numeri e di crescita, con l’industria del turismo che ha il potenziale per arrivare a generare il 30% del Pil del Paese».
Ma i prezzi dei biglietti scenderanno?
«I vincoli ambientali, che prevedono la riduzione della Co2, sono un tema da affrontare. Di certo, avendo la flotta rinnovata, siamo molto competitivi con meno emissioni e consumi ridotti. Sui costi incide il carburante Saf, quello green, ma le sinergie con Lufthansa ci aiuteranno».
In che modo?
«Stimiamo sinergie tra i 300 e i 400 milioni da qui al 2027. Risparmi su acquisto del carburante, manutenzione, capacità di riempimento degli aerei, nuove rotte. Puntiamo su Sud America e Nord Africa, oltre che su Usa e Canada. L’Italia e il nostro turismo saranno valorizzati, è nell’interesse di Lufthansa farlo, perché il mercato è qui».
Quando ci sarà il decollo?
«A gennaio, dopo il closing e l’ingresso nel capitale di Lufthansa che acquisiranno il 41% di Ita. Nel frattempo abbiamo già ottenuto un nuovo finanziamento da circa 50 milioni di dollari per incrementare la flotta, dopo le operazioni già chiuse per un ammontare di circa 320 milioni, un bel segnale di fiducia verso la compagnia».
Sfida vinta quindi?
«Abbiamo svolto i compiti per bene, a tutti i livelli, possiamo dire di essere un vanto del Paese. La sfida è vinta, ma di certo da soli non si può andare avanti a lungo».
Teme altri colpi di scena?
«Sarebbe un peccato non chiudere, tutta la squadra di Ita è convinta e pronta per questa nuova sfida».
Pensate di rilanciare il marchio Alitalia?
«Il marchio Alitalia è iconico, ha fatto la storia del trasporto aereo ed è un nostro asset importante anche in termini di valori insiti nelle persone, ci sarà spazio in futuro. Sarà valorizzato».
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