15.05.2025
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«È giusto, me lo aspettavo. Ora non me la sento di chiamare i miei genitori»


Occhi chiusi e capo chino. Impassibile. Così Filippo Turetta ha ascoltato la sentenza che lo ha condannato all’ergastolo per l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin. «L’attesa è stata angosciante. Penso sia una sentenza giusta, me l’aspettavo», dice in sostanza a chi ha avuto la possibilità di parlare con lui dopo la condanna. Poche parole, prima di tornare al carcere di Verona, nella cella che condivide con un compagno nella sezione riservata ai sex offenders.

Nemmeno una chiamata ai genitori: «No, non me la sento adesso. Chiamo mia mamma domani, è il suo compleanno», riporta il quotidiano La Repubblica. Nicola Turetta e Elisabetta Martini, papà e mamma di Filippo, non hanno partecipato alle udienze, presto lo andranno a trovare. «Chiedono riservatezza, non rilasciano alcun tipo di dichiarazione», dice la loro avvocata Paola Rubini.

Nel carcere dove è detenuto dal 25 novembre 2023, Turetta ha la possibilità ogni giorno di fare diverse attività: nella sua sezione ci sono una scuola, una cappella per la preghiera, una palestra, uno spazio per scrivere. Ogni mattina segue un corso d’inglese, va in palestra, guarda la tv, legge dei libri, suona la chitarra. E pare che voglia tornare a studiare.

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