Alle 20.30 (circa) di giovedì sera Paulo Dybala con poche parole ha risvegliato il popolo romanista che si era ormai arreso all’idea di doverlo salutare. «Grazie Roma. Ci vediamo domenica», appuntamento tra un giorno allo stadio Olimpico dove i giallorossi affronteranno l’Empoli alle 20.45. Subito dopo l’annuncio in giro per la città non si parlava di altro. Ieri tra i vicoli, i bar, le piazze e i locali di una Roma che sta per salutare l’estate l’argomento era solamente uno: la permanenza della Joya. «Hai visto che alla fine Dybala resta?», è questa la frase pronunciata dai tifosi la mattina prima di chiedere “il solito” per la colazione.
LA DISCUSSIONE
Ma non mancano le polemiche. «Una cosa priva di senso. Credo che a tutti i romani interessi molto di più che il Comune si occupi dei servizi erogati e delle condizioni della viabilità…». Il patron della Lazio Claudio Lotito ha invece bocciato il sondaggio lanciato da Roma Capitale sul suo canale Whatsapp ufficiale per chiedere ai 227.000 iscritti qual è, secondo loro, il motivo che ha convinto il calciatore Paulo Dybala a rimanere nella As Roma rifiutando la corte (e i milioni) degli arabi. «Prendo atto di questo sondaggio — rimarca il presidente della Lazio — ma lo trovo fuori luogo dal punto di vista della funzione del Comune di Roma. Io mi preoccuperei di fare sondaggi su come funzionano i servizi: la sanità, la gestione del traffico. Credo sia più importante questo, che occuparsi del perché Dybala sia rimasto a Roma», ha chiuso Lotito.
Tantissimi i bambini che nei quartieri sono scesi con la maglia del proprio idolo. Paulo non è semplice un giocatore, è la star della squadra e da qualche ora anche un esempio per i piccoli romanisti: «Questa rinuncia ha un valore altissimo. Tanti ragazzini imitano Dybala ed esultano come lui», racconta un tifoso giallorosso. Il numero 21 ha detto no ad una cifra importante: l’Al-Qadsiah aveva messo sul piatto la bellezza di 75 milioni in tre anni. Una proposta da capogiro che aveva fatto tentennare Paulo, ma come nelle più belle favole alla fine ha vinto l’amore.
IL RICORDO
Adesso Paulo ha un posto speciale nel cuore dei tifosi giallorossi e nei rioni lo ricorderanno per sempre. In particolar modo a Testaccio, quartiere simbolo del romanismo dove si trova uno dei Roma club più importanti. Leonardo, Cristian, Marco, Manuel e altri membri del direttivo ieri si sono ritrovati per passare un pomeriggio insieme e parlare, come sempre, della loro squadra: «La scelta di Dybala ci ha emozionati. Ha preferito la Roma ai soldi arabi e spero che questa cosa possa dare la carica per la stagione. Siamo tornati bambini, è stato un gesto d’amore verso i tifosi. Passerà alla storia per aver detto no a 75 milioni in tre anni. E potrebbe iniziare ad entrare nella lista delle grandi bandiere insieme a Totti, De Rossi, Giannini e Conti».
Tanta gratitudine ma occhio a toccare il numero 10: «È troppo importante ed è stato sulle spalle di Francesco per tantissimo tempo. Ricordiamoci sempre che i calciatori non vanno divinizzati come disse Dino Viola, ma sono loro che devono idolatrare noi tifosi». In ogni caso la Joya non avrebbe potuto cambiare numero perché si può fare solamente prima dell’inizio del campionato. Domenica allo stadio Olimpico ci sarà una grande accoglienza e qualche striscione.
Il presidente dell’Utr (Unione Tifosi Romanisti) Fabrizio Grassetti ha annunciato che ne porterà uno: «Mi sarebbe piaciuto farne dei nuovi, ma i negozi sono quasi tutti chiusi. Porterò comunque un vecchio striscione con la scritta enorme “grazie”». Ha poi aggiunto: «Quella di ieri è stata una bellissima notizia. Io fino a qualche giorno fa avevo preferito non parlare di questa storia perché volevo aspettare l’ufficialità. Quella di giovedì è stata una splendida notizia e una piacevole sorpresa. Dalle 20.30 a tarda notte sono stato tempestato di messaggi. Una grande esplosione di gioia». In giro per la città c’è ancora il murale per la Joya a Rione Monti e le varie scritte sui muri.
LA SFIDA
Una su via dell’Amba Aradam prende in giro i cugini laziali: «Noi Dybala… voi Di Bello». Il riferimento è all’arbitro di Lazio-Milan giocata a marzo 2024. Gara terminata con tre espulsi per i biancocelesti. La tifoseria giallorossa impazzisce per lui e lo ringrazia. Più di 11.000 chilometri dividono l’Italia dall’Argentina, ma non bisogna per forza essere nati all’ombra del Colosseo per farsi amare. Lo sapeva bene Giacomo Losi, diventato Core de Roma nonostante la sua città natale era Soncino (in Lombardia). Proprio a lui è dedicato il club di Monte Mario e il presidente, Mario Amingoni, ha parlato del numero 21: «Ci siamo rimessi la tua maglia. Grazia Paulo. Hai apprezzato la nostra passione e noi il tuo attaccamento a questi colori».
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